Il giorno 31 gennaio si celebra San Giovanni Bosco. Giovanni nacque il 16 agosto dell’anno 1815 a Castelnuovo d’Asti. La sua non fu un’infanzia felice. Terzo di tre fratelli (gli altri due erano Antonio, nato sette anni prima, e Giuseppe, di due anni più grande), Giovanni dovette affrontare la morte del padre quando aveva appena due anni. Francesco, il padre, morì infatti nel 1817 per colpa di una forma molto grave di polmonite. Da quel momento, la madre Margherita dovette mandare avanti la famiglia da sola. Tra i tre fratelli, Giovanni era l’unico che studiava. Il fratello maggiore Antonio mal vedeva questa sua tendenza a stare sui libri piuttosto che coltivare i terreni che permettevano a tutti e quattro di mangiare. Giovanni crebbe dunque in questo ambiente e in questa atmosfera. Quando aveva solo nove anni ebbe un sogno molto particolare: una vera e propria rivelazione, al seguito della quale sentì ardere nel suo cuore la vocazione e l’amore per Gesù Cristo. In questo sogno Giovanni si trovava nei pressi della sua abitazione, all’interno di un cortile in cui era presente un grande numero di ragazzi che si divertivano. Giovanni sentiva alcuni dei partecipanti a questa festa bestemmiare. Questo gesto faceva imbestialire il giovane, il quale, nel sogno, cercò di fermare gli autori di quelle parole blasfeme. Ad un tratto, però, apparve davanti ai suoi occhi un uomo vestito in maniera molto elegante e che aveva un volto così pieno di luce che i suoi occhi non riuscivano a reggere lo sguardo. Giovanni, a quel punto, gli domandò chi fosse. L’uomo rispose: “Io sono il figlio di colei che tua madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno”. In quel preciso momento vide apparire poco lontano da lui la Madonna, la quale gli disse: “Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Cresci umile, forte e robusto, e ciò che adesso vedrai succedere a questi animali, tu lo dovrai fare per i miei figli”. Giovanni si guardò intorno e notò che al posto dei giovani blasfemi c’erano alcuni animali, come gatti, cani e capretti mansueti. È questo il primo di tanti episodi che gli capiteranno per tutto il resto della vita, in cui attraverso i suoi sogni diventerà portatore di profezie. Giovanni si diede dunque alla vita di chiesa. La sua prima preoccupazione fu avvicinarsi ai ragazzi più giovani per portarli, nel caso in cui ne dovessero avere bisogno, sulla retta via. Il modo in cui decise di farlo, però, è molto particolare: Giovanni impara infatti alcuni giochi di prestigio per colpire i ragazzi e avvicinarli per farli partecipare alla messa ed alla lettura della Bibbia.
Nel frattempo, divenuta impossibile la convivenza con il fratello, Giovanni fu costretto ad andar via da casa e trasferirsi a Moncucco Torinese, dove rimarrà per due anni. Al fine di continuare a pagarsi gli studi, Giovanni cambiò una grandissima quantità di mestieri diversi, a volte anche molto umili. Alla scuola di Chieri Giovanni fondò la sua prima “associazione cattolica”, che si chiamava “Società dell’Allegria”, e si proponeva di far riavvicinare i coetanei alla preghiera. Proprio in quel periodo Giovanni strinse una fortissima amicizia con Luigi, il nipote del prete di Cinzano. Questo ragazzo era molto mite, e subiva passivamente le angherie dei suoi coetanei. Giovanni, però, soffriva ogni volta che questo accadeva, e ogni volta che poteva correva ad aiutarlo. Questa amicizia risulterà fondamentale per la sua vita pastorale. Dopo due anni di studio presso la classe di “Umanità”, Giovanni pensò di entrare nel convento dei Francescani, ma al momento di fare domanda ci ripensò e decise invece di entrare nel seminario di Chieri, in cui rimase ininterrottamente fino all’anno 1841. Nel 1937, però, venne a mancare il suo amico Luigi, portato via a soli ventidue anni di vita da una malattia. Questo evento drammatico convinse Giovanni che la cura della propria anima e il perseguimento della vita eterna sarebbe stato il suo motivo di vita.
Nel 1841, anno in cui lasciò il seminario, divenne sacerdote nella Cappella dell’Arcivescovado a Torino e, successivamente, entrò nel “Convitto Ecclesiastico di San Francesco d’Assisi di Torino”. Giovanni rimase in questo Convitto per tre anni. Al termine di questo periodo Giovanni Bosco andò in giro per le strade di Torino a cercare ragazzi e bambini che non vivevano in agiatezza per aiutarli a non gettare alle ortiche la propria vita. Prendeva dunque con se tutti quei ragazzini che, nonostante la tenera età, erano già costretti a lavorare. In seguito si recò presso le carceri in cui erano imprigionati ragazzi dai dodici ai diciotto anni e rimase impressionato dalle condizioni disumane in cui questi vivevano. Giovanni si fece dunque promettere da questi poveri ragazzi che, una volta scontata la loro pena e tornati in libertà, sarebbero andati da lui. Nel 1844 Don Bosco annunciò che l’Oratorio sarebbe stato trasferito al Rifugio, un posto in cui si trovavano alcune ragazze una volta destinate alla prostituzione. Dopo un periodo non facile Giovanni riuscì a portare i suoi ragazzi a Pinardi a Valdocco. Qui ebbero inizio tutta una serie di iniziative come la scuola di musica e di canto, le scuole serali, i laboratori. Nel 1854 Giovanni fece nascere la “Società Salesiana”.
Diciotto anni dopo Giovanni fondò, insieme a Maria Domenica Mazzarello (anch’essa futura santa) l’istituto delle “Figlie di Maria Ausiliatrice”. Questa struttura aveva come obiettivo quello di educare, così come avveniva nella “Società Salesiana”, non solo i ragazzi, ma anche le giovani donne. Queste le sue opere fondamentali. Opere che, alla sua morte (avvenuta nella mattinata del 31 gennaio del 1888) lo fecero diventare uno dei più grandi esempi di quella chiesa militante, fatta di uomini di chiesa poco disposti a star seduti nella parrocchia e fermamente convinti che il vero cristiano aiuta fattivamente gli altri, che così tanto bene ha fatto in giro per il mondo e così tanti riconoscimenti ha ricevuto anche da parte delle realtà non cristiane. San Giovanni Bosco venne sepolto nell’Istituto salesiano “Valsalice”, nei terreni piemontesi. In seguito alla beatificazione (avvenuta il 2 giugno del 1929 per mano di Papa Pio XI) i suoi resti vennero trasferiti nel santuario di Maria Ausiliatrice. Don Bosco divenne santo il primo aprile del 1934, nel giorno di Pasqua.