“La mia prima reazione è stata: ‘Oh no, questo è sbagliato, non è possibile, è una cosa orribile’”. Ecco come Amanda Knox, ospite in studio alla Abc durante la trasmissione “Good Morning America”, racconta di aver vissuto i secondi susseguenti alla decisione della Corte d’Assise di Firenze, seguita su una tv italiana on-line. La ragazza continua: “È stato come essere travolta da un treno, non potevo credere a quello che stava succedendo… Aspetto le motivazioni, ma è stata una cosa orribile. Ora ho bisogno dell’aiuto di tutti”. Capelli corti, maglietta rosa e tante lacrime per lo spettro dell’estradizione: “Non sono preparata, non potrò mai desiderare di tornare in quel luogo. Voglio combattere sino alla fine”. Ecco il video integrale dell’intervista:



La decisione della Corte d’Assise d’Appello di Firenze ha confermato la pena per Raffaele Sollecito (25 anni) e aggravato quella per Amanda Knox (portandola a 28 anni e sei mesi di reclusione). Il collegio della Corte, presieduto da Alessandro Nencini, ha seguito le indicazioni della Cassasione che chiedeva di porre rimedio alla sentenza d’appello “segnata da molteplici profili di manchevolezza, contraddittorietà ed illogicità”. Ecco, dunque, le ragioni del nuovo verdetto. Il fine ultimo (indicato dalla Cassazione) era proprio quello di “delineare la posizione soggettiva dei concorrenti di Rudy Guede, a fronte del ventaglio di situazioni ipotizzabili, che vanno dall’accordo genetico sull’opzione di morte, alla modifica di un programma che contemplava inizialmente solo il coinvolgimento della giovane inglese in un gioco sessuale non condiviso, alla esclusiva forzatura ad un gioco erotico spinto di gruppo, che andò deflagrando, sfuggendo al controllo”. Il punto centrale sta dunque nel ruolo di “concorrenti” avuto sia da Amanda che da Raffaele quella fatidica notte.



“Ho fatto un giro in Austria, poi sono rientrato in Italia. Mi sono fermato lì a riposare”. Sono state queste le parole che Raffaele Sollecito ha detto agli agenti della squadra mobile di Firenze che questa mattina lo hanno prelevato dall’Hotel Carnia di Venzone (in provincia di Udine), vicino al confine austriaco e sloveno, dove ha trascorso la notte in compagnia della fidanzata (una ragazza di 31 anni di Oderzo, cittadina nei pressi di Treviso). Sollecito è ancora negli uffici della questura di Udine dopo che gli agenti, in mattinata, gli hanno notificato il divieto di espatrio ritirandogli il passaporto. Uno dei suoi difensori, Luca Maori ha dichiarato: “L’assistito non ha mai pensato alla fuga e ha consegnato spontaneamente il passaporto. Ora è in attesa che vengano apposti alcuni timbri e completate le pratiche burocratiche”. “Non ho mai pensato di fuggire. Né prima né tantomeno ora”, avrebbe ribadito lo stesso Sollecito.



La famiglia di Meredith Kercher esulta per la sentenza ma ricorda come ci sia ancora molto da sapere su cosa accadde quella notte; i fratelli di Meredith, Stephanie e Lyle, dicono come questo sia solo il primo passo nella ricerca della verità. I due fratelli hanno tenuto una conferenza stampa a Firenze nel corso della quale, oltre a richiedere l’estradizione per Amanda Knox, si augurano di essere vicini alla fine di questa odissea, ma di come ci siano ancora tanti, troppi, punti da chiarire circa quella maledetta notte del 2007

“Mi vogliono in prigione. Ma io sarò latitante”. Queste le parole, via Skype, di Amanda Knox al New York Times, poche ore prima del verdetto che l’ha condannato a 28 anni e 6 mesi per l’omicidio di Meredit Kercher. E ha aggiunto: “Nulla potrà cancellare l’esperienza di essere stata ingiustamente imprigionata e per questo io non tornerò mai più in Italia”. Ma secondo esperti di diritto americani, l’estradizione non è certo una strada impossibile da percorrere. Gli Stati Uniti avrebbero infatti ben pochi argomenti per opporsi a un’eventuale richiesta di estradizione avanzata dall’Italia. È questo il parere di Alan Dershowitz, professore di diritto ad Harward che aggiunge: “Noi abbiamo un trattato di estradizionecon l’Italia e non vedo come ci si possa sottrarre”. Gli fa eco Julian Ku, esperto di diritto internazionale alla Hofstra University: “Amanda Knox ha il diritto di avviare un’azione legale contro la sua estradizione “ma le sue probabilità di successo non sono molto grandi”.

Mentre Giulia Buongiorno, avvocato di Raffaele Sollecito, annuncia la volontà di impugnare la sentenza e di fare ricorso per la condanna a 25 anni del suo assistito, i genitori di Amanda Knox hanno parlato ai microfoni dell’Abc. Da Seattle, il padre Curt ha fatto sapere che la figlia non tornerà in Italia per scontare i 28 anni e 6 mesi di pena a cui è stata condannata dalla Corte d’assise d’appello di Firenze. Questo un passaggio dell’intervista che: “Se si usa il buon senso, se si guardano le prove…no, non ci aspettavamo questa sentenza, assolutamente no”.

All’indomani della sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Firenze, Raffaele Sollecito (condannato a 25 anni per l’omicidio di Meredith Kercher) – dopo essere stato rintracciato nel corso della notte , dalla squadra mobile di Firenze, in un hotel di in provincia di Udine (a Venzone, per l’esattezza) in compagnia di una ragazza – è stato portato in questura per le pratiche di notifica di divieto d’espatrio. Si è trattato, in sostanza di un rito formale: gli è stato tolto il passaporto al fine di negargli, appunto, l’espatrio. La Questura di Udine fa sapere come a Sollecito non sia stato applicato alcun atto restrittivo: “Noi nei suoi confronti non stiamo facendo niente. Lui qui è tranquillo”.

Dopo quasi dodici ore di camera di consiglio, la Corte d’Appello di Firenze ha confermato la condanna in primo grado per Raffaele Sollecito (25 anni di reclusione) e aggravato quella per Amanda Knox (da 26 a 28 anni e sei mesi), entrambi accusati di aver preso parte all’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa nella notte tra il primo e il 2 novembre 2007 a Perugia. La ragazza americana, che ha seguito la lettura della sentenza da Seattle, dove si trova attualmente, è stata ritenuta anche colpevole del reato di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, il musicista ivoriano inizialmente coinvolto nell’indagine ma poi scagionato perché estraneo ai fatti. Il tribunale di Firenze ha invece respinto la richiesta di misure cautelari nei confronti di Amanda, non ravvisando un pericolo di fuga visto che la giovane vive “legittimamente” negli Stati Uniti, mentre per Sollecito è stato disposto il divieto di espatrio e il ritiro del passaporto. “Non credo assolutamente che questa sentenza reggerà fino alla fine, è un passaggio. Questo non è un verdetto finale”, ha detto a caldo Giulia Bongiorno, avvocato difensore di Raffaele Sollecito. “Impugneremo la sentenza”, ha annunciato il legale parlando di un processo “vuoto di prove e di indizi. Lo abbiamo dimostrato”. Amanda Knox, invece, contattata dalla Abc, si è detta “spaventata e rattristata da questa sentenza ingiusta. Mi aspettavo di meglio dal sistema giudiziario italiano”. Anche il suo avvocato, Luciano Virga, ha annunciato che presenterà ricorso. “La sentenza conferma quella di primo grado e la ricostruzione di tutte le fasi del processo. Per quanto riguarda le misure cautelari invece, c’è tempo per analizzarle”, ha invece spiegato ai microfoni di RaiNews24 Francesco Maresca, avvocato della famiglia Kercher, esprimendo “soddisfazione” perché “penso che la giustizia italiana abbia dimostrato ancora una volta che applicando il diritto si possa raggiungere la verità sui fatti storici”.