C’è anche il canadese Sant’Andrea Bessette, tra i tanti santi e beati che vengono festeggiati in concomitanza del 6 gennaio, festa dell’Epifania del Signore (clicca qui per le informazioni sull’Epifania). Nato all’inizio di agosto del 1845, in un piccolo villaggio della diocesi di Montréal, Saint-Grégoire-d’Iberville, Alfredo Bassette era l’ottavo figlio di Isacco Bessette e Clotilde Foisy. All’età di nove anni perse il padre, mentre la madre sarebbe deceduta solo tre anni dopo. Ad aggravare il suo stato una malattia dello stomaco, che gli impediva di nutrirsi come tutti gli altri e che si trasformò presto in una causa invalidante. Le sue condizioni, spinsero Marie-Rosalie Foisy, una zia materna, a prenderlo nella sua abitazione. La famiglia in cui fu accolto non godeva però della necessaria prosperità economica, e date le sue doti nel leggere e nello scrivere, dovette presto rassegnarsi andare a lavorare per contribuire all’economia familiare e al suo mantenimento. Proprio le sue condizioni di salute sempre molto problematiche, gli impedirono però di ritagliarsi una occupazione stabile, spingendolo a cambiare lavoro in continuazione nel periodo compreso tra il 1858 e il 1870, spostandosi su tutto il territorio del Quebec. Per un periodo di quattro anni, fu anche impiegato in una serie di lavori saltuari che lo portarono negli Stati Uniti, soprattutto a lavorare nel settore della filatura. Le sue condizioni precarie, sia di salute che lavorative, lo spinsero ben presto ad accostarsi alla religione, diventando un devoto di San Giuseppe, in cui rivedeva le stesse vicissitudini che provava ogni giorno. Tornato in Canada, continuò a coltivare la sua indole spirituale e si accostò sempre di più alle istituzioni religiose del suo paese, sino a vedersi consigliato dal suo parroco l’entrata nella Congregazione della Santa Croce, fondata in Francia da Basile Moriau, sorta in origine come istituto per l’insegnamento e poi dedicatasi all’apostolato missionario. Proprio in questa veste era sbarcata in Canada nel 1847, allargando presto il suo raggio di azione e cercando di ottemperare a un invito fatto dal vescovo Bourget. L’invito in questione era teso a promuovere la restaurazione di un sistema scolastico in grado di spingere l’influenza della lingua francese, abolita nel 1759 dagli inglesi. Un atto amministrativo che però non era riuscito a portare alla assimilazione della parte di popolazione che faceva riferimento alla religione cattolica e alla lingua francese, ai suoi occhi strettamente correlate.
Nel periodo finale del 1870 entrò perciò nel noviziato, assumendo il nome di Fratello Andrea. Il suo noviziato si rivelò più lungo di quello di altri confratelli, ancora una volta per i ritardi causati dalle precarie condizioni di salute. Infine Alfredo Bessette fu ammesso alla professione religiosa, nell’agosto del 1872. Il primo compito affidatogli, fu quello di portinaio, da espletare all’interno del Collegio di Notre Dame di Montréal. Un compito che avrebbe portato avanti per ben quattro decenni e da lui accettato con il grande umorismo che era da sempre uno dei suoi tratti caratteriali dominanti, tanto da spingerlo ad affermare di essere rimasto per quaranta anni alla porta, senza mai essere messo fuori. Umorismo che si accompagnò ad altri doti non meno rilevanti, come la sensibilità, l’intelligenza nel saper giudicare il prossimo e soprattutto nel sapersi immedesimare con chi arrivava per cercare conforto, trasformando il Collegio in un rifugio per poveri, malati e diseredati in genere, che non sapevano dove andare.
Quando iniziò a operare alcune guarigioni, straordinarie, spesso senza spiegazione, la sua fama fu allargata dalle notizie provenienti dalla stampa. Il 9 maggio del 1878 alcuni giornali cittadini riportarono le notizie riguardanti i primi cinque casi di guarigioni, tutte attribuite alle preghiere di Fratello Andrea, scatenando un fenomeno che portò alla affluenza di migliaia di persone in cerca di cura e di conforto, che presero letteralmente d’assedio la porta del collegio, senza andarsene neanche nel corso della notte. Nessuno di costoro fu mandato via, ma anzi tutti ricevettero le attenzioni del giovane religioso, il quale raccomandava di solito di avere fiducia in Dio e la devozione verso San Giuseppe, per poi frizionarne le membra con l’olio proveniente dalla lampada che ardeva di fronte alla statua del santo. Cure che inspiegabilmente, procuravano conforto fisico e spirituale negli assistiti. Nel corso del 1894 ottenne il permesso dei superiori per l’erezione di una piccola cappella in legno in onore di San Giuseppe, ponendola sul fianco del Mont-Royal, l’altura che sovrasta Montréal situata proprio di fronte al Collegio, la quale fu inaugurata dieci anni dopo. La cappella divenne anch’essa meta di ininterrotti pellegrinaggi, spingendo i superiori a nominare Fratello Andrea suo custode, nel 1905. A questa decisione fece seguito una nuova ondata di guarigioni e prodigi, che gli procurarono la nomea di taumaturgo, mentre la cappella era oggetto di uno straordinario sviluppo, diventando un Santuario dedicato a San Giuseppe. Uno sviluppo favorito proprio dall’operato di Fratello Andrea, lasciato libero dalle autorità ecclesiastiche di portare avanti il suo apostolato. Il 1917 vide l’inaugurazione di una cripta e la successiva benedizione della pietra angolare posta nella chiesa superiore, la quale nei decenni successivi sarebbe diventata uno dei più fiorenti centri religiosi a livello mondiale, nonché uno dei più visitati. Il Santuario sarebbe terminato nel 1955, anche se Alfredo Bessette non poté vederlo finito, a causa della sua morte sopraggiunta il 6 gennaio di diciotto anni prima, alla venerabile età di 91 anni. Una morte che si tramutò in lutto nazionale, seguita dalla sua beatificazione, nel 1982, da parte di Papa Giovanni Paolo II, mentre la canonizzazione è avvenuto nell’ottobre del 2010, a opera di Papa Benedetto XVI.