Poliziotti (fortunatamente in borghese) che entrano all’asilo e si portano via una bambina di 4 anni. L’ordine giunge dai servizi sociali di Rapallo in Liguria, il blitz va a segno. Scene che non si vorrebbe accadessero mai e invece è quello che è successo grazie a una sentenza del tribunale dei minori che ha stabilito che la bambina in via temporale sia affidata a una casa famiglia. Il motivo? La mamma, di origini romene, non vuole lavorare. Ecco cosa dice la sentenza come viene riportata dal quotidiano genovese Il secolo XIX: “La madre pone grossi limiti alla sua disponibilità lavorativa rimanendo completamente a carico delle associazioni di volontariato territoriali”. A mantenere la donna gli stessi servizi sociali che adesso le hanno portato via la figlia. Sono scioccate le maestre dell’asilo che assicurano come la bambina fosse in ottima salute e sempre ben curata. Secondo indiscrezioni la donna lavorerebbe come badante percependo 200 euro al mese in nero, ovviamente non sufficienti per mantenere se stessa e la figlia senza l’aiuto dei servizi sociali. Ecco il suo commento: “Non ho mai fatto mancare nulla a mia figlia”. Ribattono i servizi sociali: la donna ha uno stile di vita precario, instabile, alieno all’assunzione di fattivi impegni e parassitario rispetto ai sostegni ottenuti. La bambina, persegue l’ordinanza, “si trova in condizioni di indigenza e emarginazione che ne mettono a rischio la salute psicofisica e le prospettive evolutive”. Inoltre si dice che la madre strumentalizza la figlia per ottenere casa e aiuto economico e altri benefici. La donna adesso ha chiesto di riavere la figlia: ha rifiutato l’avvocato di ufficio perché, dice, adesso non si fida più di nessuno.