Sono passati quasi due anni. Roberta Ragusa, in pigiama e ciabatte, è scomparsa dalla sua casa di Gello (frazione di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa) nella notte tre il 13 e il 14 gennaio 2012. Le indagini sono tuttora in corso, ma l’archiviazione del caso è fissata al 7 maggio. Per questo sabato è stata organizzata a San Giuliano Terme una fiaccolata, grazie all’apporto del gruppo Facebook “Troviamo Roberta Ragusa” , che si batte affinché si scavi a fondo e si scopra, finalmente, la verità. L’unico indagato, al momento, è Antonio Logli, il marito della donna. Il testimone principale della vicenda è il 36enne Loris Gozzi che ha affermato agli inquirenti di aver visto una coppia litigare per strada attorno alle 00.30, dicendosi certo che la donna era proprio la Ragusa. Si sono battute molte piste: prima quella dell’allontanamento volontario (tesi scartata perché Roberta non avrebbe avuto alcun motivo per abbandonare i figli di 14 e 10 anni) per andare poi sull’ipotesi di omicidio e di occultamento di cadavere. Le ricerche, nel mentre, continuano: si sono battute palmo a palmo i camp, i laghi, i pozzi e le cave abbandonate intorno alla casa, ma nulla è stato trovato. E come sempre non sono mancati i falsi avvistamenti e l’intrusione di sensitivi, medium e mitomani. A confermare il racconto di Gozi c’è la testimonianza di Silvana Piampiani, che sostiene di aver visto la coppia litigare e Logli che puliva la strada verso l’1.40. “Troviamo Roberta Ragusa”, troviamo la verità.