“Io sono attaccato alle mie cose, alle mie idee, chiuso? O sono aperto al Dio delle sorprese? Sono una persona ferma o una persona che cammina?”. E’ quanto si è chiesto Papa Francesco durante la consueta Messa mattutina a Casa Santa Marta. Soffermandosi sul passo del Vangelo in cui i dottori della legge chiedono dei segni a Gesù, il Santo Padre ha spiegato che loro non capivano i segni del tempo. Ma per quale motivo? “Prima di tutto, perché erano chiusi – ha detto il Pontefice – Erano chiusi nel loro sistema, avevano sistemato la legge benissimo, un capolavoro. Tutti gli ebrei sapevano che cosa si poteva fare, che cosa non si poteva fare, fino a dove si poteva andare. Era tutto sistemato. E loro erano sicuri lì”. Non capivano quindi “che Dio è il Dio delle sorprese, che Dio è sempre nuovo”, ma avevano anche dimenticato “che loro erano un popolo in cammino. In cammino! E quando ci si incammina, quando uno è in cammino, sempre trova cose nuove, cose che non conosceva”. Questo, ha aggiunto Papa Francesco, deve farci pensare: “Io credo in Gesù Cristo – in Gesù, quello che ha fatto: è morto, risorto e finita la storia – credo che il cammino vada avanti verso la maturità, verso la manifestazione di gloria del Signore? Io sono capace di capire i segni dei tempi ed essere fedele alla voce del Signore che si manifesta in essi?”. Possiamo farci oggi queste domande “e chiedere al Signore un cuore che ami la legge, perché la legge è di Dio; che ami anche le sorprese di Dio e che sappia che questa legge santa non è fine a se stessa”.



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