Un’informativa del Sismi parla di un rischio attentati per Giorgio Napolitano e Giovanni Spadolini, che si sarebbe dovuto compiere nel 1993, nota riservata che è stata depositata questo pomeriggio dai magistrati della Procura di Palermo agli atti del processo per la trattativa tra Stato- mafia. Un attentato che si sarebbe dovuto compiere nel ’93, dopo le stragi mafiose di Roma e Milano. In pratica nel ’93 il sismi inviò una nota riservata al ministro dell’Interno dell’epoca, al ministero della Difesa, al Sisde e ai vertici di carabinieri e finanza in cui si parlava di “alto rischio di attentati” ai danni dell’allora presidente della Camera Giorgio Napolitano, e dell’allora presidente del Senato Giovanni Spadolini. A comunicare al Sismi il rischio attentato fu una fonte confidenziale, della quale non si conosce il nome. La prima informativa è del 29 luglio 1993 e parla dell’attentato alle due autorità indicando anche il periodo e cioè tra il 15 e il 20 agosto di quell’anno. A questo punto, a fine mese del ‘93, il Sismi torna a parlare dell’attentato, ammettendo che è solo grazie al potenziamento predisposto per le due personalità politiche, che erano stati evitati gli attentati. Adesso si cerca un nesso tra gli attentati compiuti a Roma, il 28 luglio 1993, nelle chiese di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano, e il rischio attentati di Giorgio Napolitano e Giovanni Spadolini, in quanto i luoghi scelti per gli attentati portano i nomi di Napolitano e Spadolini. (Serena Marotta)