“E adesso quali giri farai in settimana?”. Mi ha spiazzato Antonella Clerici quando in diretta alla Prova del Cuoco (così tutti i mercoledì mattina alle ore 12 nel format “Chi batterà lo chef”), mi ha chiesto dove sarei andato. Ho risposto: “Reggio Calabria”, perché da lì a poco avrei preso l’aereo da Roma per quella città. Ma se potessi tornare indietro le direi: “Antonella, Reggio è una città bellissima!”. Bella la piazza del Comune che guarda il mare alle spalle, bella la “vasca”, ossia corso Garibaldi che è lungo un paio di chilometri, tutti di struscio con palazzine liberty fascinose, compresa quella che ospita il teatro. Ma poi un’altra sorpresa: cinque televisioni ad attendere all’ingresso, prima di partecipare a un incontro con 50 persone, tutti produttori di cose buone del Reggino, che hanno deciso di fare squadra e di venire a Milano a Golosaria (www.golosaria.it).



Ma chi se lo aspettava? E poi, la sera, la cena nel Grande Albergo Gambarie a Gambarie di Santo Stefano di Aspromonte (via dei Tramonti, 21 – tel. 0965744017), dove 80 persone sono salite fin lassù, in questo luogo voluto anche dalla Diocesi di Reggio Calabria, per provare il gusto dei prodotti del Parco, cucinati in diretta. Be’, detto così può sembrare una cosa normale, come tante che capitano in giro per l’Italia, e invece l’eccezionalità sta nel fatto che in questo lembo estremo del nostro Paese hanno capito che fare squadra è la sola salvezza. Belle persone questi calabresi, che hanno scommesso su ciò che hanno.



E che gli è stato trasmesso. Fra questi annovero un collega, che stimo anche per la sua battaglia a favore delle denominazioni comunali: Rosario Previtera. Il suo portale www.previtera.net ha messo in risalto i prodotti unici di questa terra e ad un tratto, in America, hanno scoperto che l’anona, un frutto che cresce solo qui, ma deriva dal Sudamerica, ha proprietà terapeutiche, credo antitumorali. Al che hanno iniziato a fare ordini di questo frutto, che ha il sapore della banana e del mango. Io la conoscevo l’anona, perché il mio Virgilio della Calabria, Francesco Saliceti da Longobardi, me l’aveva fatta assaggiare con il Moscato passito di Saracena (Anoneto dello Stretto di Villa San Giovanni – tel. 3356091364). Ma anche Gualtiero Marchesi, durante un dialogo sui frutti che non ci sono più, due anni fa, mi ha ricordato che i suoi genitori, all’Osteria del Mercato di Milano, portavano in tavola proprio quel frutto. Che ora è diventata anche una confettura, che assaggeremo a Golosaria a Milano (Delizie di Calabria di Sirianni Agostino di Cittanova, tel. 0966655272), che ha addirittura inventato una confettura di anona in tre versioni: nature, al miele e al peperoncino.



E che dire del caciocavallo di Ciminà (Azienda Agricola Romano Anna di Ciminà – tel. 0964334166), della carne di podolica che è tenera quanto una piemontese, del caffè Bianco (un liquore storico calabrese prodotto da Incal di Molochio – tel. 0966625002), del pane di segale di Cànolo da abbinare alla ‘nduja, della confetttura di prugne di Terranova Sappo Minulio (Cooperativa Agricola Terranova – tel. 3388434119) o di quella di kiwi gialli, senza dimenticare il peperoncino ed il bergamotto? Addirittura ho saputo che il maestro Muti, dopo averlo scoperto, lo usa abitualmente perché il suo profumo è intrigante e vero come una musica. Be’ questa è la Calabria che ho visto una sera di ottobre coi miei occhi.

Entusiasmo, gente che ha voglia di fare, prodotti unici nel senso letterale del termine. Cosa c’entra tutto questo con l’Expo? Solo chi sa fare squadra ed ha coscienza di ciò che possiede vince; tutti gli altri potranno solo riempire dei vuoti senza una meta, senza un’idea. L’idea della Calabria vista da Reggio, invece, mi è molto chiara, e buona. Venite a Golosaria (www.golosaria.it): rimarrete stupiti come lo sono rimasto io, da questa anteprima fantastica.

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