Venerdì 17, è il giorno della sfortuna? – Oggi è venerdì 17 ottobre, un giorno che per i più superstiziosi significa sfortuna. Ma perché esiste questa credenza e i tanti miti e leggende legati a questo giorno (tra cornetti, gatti neri e ferri di cavallo)? Esistono diverse spiegazioni in merito, una si è originata con l’avvento del cristianesimo. Ecco le prime spiegazioni plausibili: il 17 sarebbe il giorno in cui è iniziato il diluvio universale, mentre il venerdì è il giorno in cui muore sulla croce Gesù (il venerdì santo). Ci sarebbero poi altre spiegazioni laiche, da attribuire ai tempi degli antichi romani. Si pensa che il 17 porti sfiga perché sulle tombe degli antichi romani si incideva la parola VIXI, che tradotta significa ho vissuto, anagramma del numero romano XVII, 17. In pratica il numero 17 viene collegato alla morte. C’è anche un’altra spiegazione collegata all’antica Grecia: il numero 17 veniva disprezzato dai pitagorici poiché compreso tra 16 e 18, che sono i numeri che rispecchiano la rappresentazione di quadrilateri: 4×4 e 3×6. Infine, se diamo un’occhiata alla smorfia napoletana il 17 significa proprio la disgrazia. È un po’ come quando si cambia strada, dopo che si vede attraversare il gatto nero. Anche questo è legato a delle credenze. Questa credenza risale al Medioevo, dove il gatto nero era considerato il fedele compagno diabolico delle streghe, per l’abitudine di uscire la notte e per il colore del manto, che veniva associato all’inferno e al lutto. Poi c’è la diceria che porti sfortuna il gatto nero che attraversa la strada e questa risale all’epoca in cui si andava a cavallo. Il cavallo infatti si spaventava e disarcionava il cavaliere. Da qui la leggenda. Ma proprio per riabilitare la figura degli amici a quattro zampe, la Aidaa ha indetto, non a caso il 17 novembre, il “Gatto nero day”, la giornata dedicata ai mici neri e alla loro dignità. (Serena Marotta)