Sarebbe la prova definitiva della colpevolezza di Massimo Bossetti. Lo rivela la rivista “Giallo” che però non svela di che frase si tratti, ritrovata sul computer dell’operaio bergamasco. Non le ricerche fatte su google con parole come “tredicenne”, “sesso”, ragazzina” e altre che il Bossetti ha giustificato come ricerche fatte in quanto padre di figli di quell’età. Ricerche per sapere come comportarsi, per tutelare i figli cioè. Si tratterebbe di una frase dal contenuto “terribile”, dice il giornale e che fa riferimento preciso a Yara e alle sue caratteristiche sessuali. 



Non è una prova definitiva, ma comunque interessante. Sul corpo di Yara Gambirasio vennero trovati circa una ventina di peli umani due dei quali appartengono a una stessa persona, anche se non si è in grado di dire se uomo o donna. Ma una cosa è sicura: nessuno di quei peli appartiene a Massimo Bossetti. Non è una prova schiacciante in quanto quei peli possono essere giunti da qualunque parte in quei mesi in cui il corpo della povera ragazzina era rimasto all’aperto esposto a ogni genere di intemperie, dunque anche portati dal vento. E’ anche una prova insignificante per poter dimostrare che con Bossetti ci fosse un complice e infine sono troppo pochi per determinare che su Yara abbia infierito qualcuno. In totale sul corpo di Yara sono state trovate duecento tracce pilifere di cui dieci si è accertato appartengono a essere umano. Gli altri potrebbero essere invece peli di animali. 

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