C’è un’Italia che vince. È quella del gusto. Lo dice un’indagine di Fondazione Symbola, Unioncamere e Fondazione Edison per Coldiretti, secondo cui la filiera del food risulta essere quella che meglio ha risposto alla crisi: nel 2013 la quota di mercato del settore ha fatto registrare una lieve crescita passando dal 2,8% al 2,9%.
Dal 2009 il valore aggiunto a prezzi correnti dell’intera economia è risultato pressoché stagnante (+2,2%), quello agroalimentare ha invece registrato un +10,6%, di cui agricoltura +14,2% e trasformazione alimentare +6,8%. Il nostro paese detiene una leadership al mondo, quella dei prodotti distintivi, con 264 prodotti Dop e Igp e 4.698 specialità tradizionali regionali. Alle nostre spalle Francia, 207, e Spagna, 162.
A questo va aggiunto che nel settore vino l’Italia conta su ben 332 Doc, 73 Docg e 118 Igt. E poi c’è il biologico: siamo i primi in Europa per numero di imprese, tra i primi al mondo per superficie e tasso di crescita. Dipende anche da questo se in ben 77 prodotti, sul totale dei 704 in cui viene disaggregato il commercio agroalimentare mondiale, il nostro Paese è ai vertici per quote di mercato. Questi dati dicono che se è vero, come è vero, che per il Bel paese sono anni difficili, è altrettanto vero che non è giusto disperare. C’è un’Italia che va. È l’Italia che sarà un orgoglio far conoscere con l’Expo2015, come dimostra il lavoro che sta facendo Veronafiere, oggi a Pechino, e nelle scorse settimane nelle principali capitali dei diversi continenti, a presentare il progetto del padiglione vino italiano.
«Sin dall’inizio il progetto ha avuto l’obiettivo di garantire la rappresentazione della produzione vinicola nazionale» ha affermato Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere e membro del comitato scientifico del padiglione del Vino. «Si racconterà la storia del vino italiano, la sua lunga tradizione culturale, anche attraverso la presentazione e la degustazione per creare una grande vetrina per la promozione del settore vitivinicolo nel mondo». È l’Italia che si potrà incontrare al Salone del gusto, in programma dal 23 al 27 ottobre a Torino. Ed è l’Italia che sarà su quel palcoscenico senza eguali che è Golosaria (www.golosaria.it), la manifestazione in programma a Milano dal 15 al 17 novembre, a cui si deve più di ogni altra la valorizzazione dei piccoli, innumerevoli, grandissimi, spesso sconosciuti, artigiani, ristoratori, produttori di vino, persone di valore, che senza questo evento sarebbero destinate all’anonimato, e che invece in questo evento trovano la ribalta che meritano, un appuntamentoche dice il loro essere vera forza e cuore pulsante del nostro paese. È un’Italia che vista con gli occhi di guide come Golosario e GuidaCriticaGolosa, ricche di scoperte come mai, è ben lontana dall’essere nazione senza futuro. Come si fa a non essere ottimisti guardando ai tanti giovani che con coraggio hanno investito sfidando la crisi?
È il caso di Oscar Mazzoleni, che ha inaugurato a Bergamo Al carroponte (tel.), una realtà a più anime, che vi aspetta negli ambienti che un tempo ospitavano un’azienda, e che una straordinaria e riuscitissima ristrutturazione, ha trasformato in bar, enoteca, wine bar e ristorante d’autore. Un locale dove è dato spazio ad ogni attività, allo scopo di andare incontro alla clientela al meglio. È il caso dei due fratelli Camanini, che hanno inaugurato da poco, a Gardone Riviera (Bs), un locale da sogno,Lido84 (tel. ), in cui invece di sposare la logica della ristorazione mediocre acchiappa turisti, han dato vita ad uno locale, a pelo d’acqua, romantico, con servizio impeccabile e cucina d’autore. Ammirando il Garda , piatti da favola come fagioli di risina di Spello in rosso e Cacciaroli, riso Carnaroli stracchino e sarde di lago allo spiedo, guancia di manzo brasata alla diavola purea di patate, torta di rose cotta al momento e da rompere con le mani e inzuppare nello zabaione (servito in un pentolino) fatto in casa e limoni del Garda.E ancora, in provincia di Como, è la “follia” della giovane coppia titolare dell’ Osteria del Gallo nero (tel.), che invece di cullarsi sugli allori dei primi successi, ha rilanciato spostando l’attività da Capiago Intimiano a Vertemate con Minoprio, creando un locale gioiello in una costruzione realizzata secondo criteri di bioedilizia. O di quel talento da noi scoperto, Davide Caranchini (classe 1990, un curriculum stellare) che, faccia pulita da bravo ragazzo, guance che diventano ancora rosse se riceve complimenti, talento dei grandi, invece di continuare a girare per cucine del mondo, ha deciso di fare grande un locale della sua terra, che ama, il Ristorante AcquaDolce (tel. ) di Carate Urio.
E a Milano? Si può forse non dire di Daniel Canzian che, lasciato il suo maestro, Gualtiero Marchesi,e i fornelli del Marchesino, ha aperto un suo ristorante,Daniel (tel. ) che in pochi mesi si è fatto conoscere, affermandosi come uno dei locali migliori della città? Giovani, talentuosi e con voglia di fare. Il futuro c’è.