E’ stato diffuso il testo completo della dichiarazione rilasciata dal presidente della Repubblica ai magistrati e giudici impegnati nel processo sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. Si è trattata di una deposizione durata tre ore depositata ora come richiesto dal Quirinale alla Corte di Assisi. Tra i punti toccati quelli relativi al consigliere giuridico di Napolitano, Loris D’Ambrosio morto suicida. Napolitano lo definisce uomo animato da spirito di verità. Ma dice anche che era assillato e angosciato dai sospetti su di lui che tracimavano dal processo Stato-mafia. “Non avevo né con il dottor D’Ambrosio, né con altri conversazioni a ruota libera o ricostruzioni delle nostre esperienze passate” ha detto Napolitano. A proposito degli attentati mafiosi dei primi anni novanta al centro del processo in corso, essi furono un tentativo di destabilizzare il sistema. “La valutazione comune alle autorità istituzionali in generale e di governo in particolare fu che si trattava di nuovi sussulti di una strategia stragista dell’ala più aggressiva della mafia, si parlava allora in modo particolare dei corleonesi, e in realtà quegli attentati, che poi colpirono edifici di particolare valore religioso, artistico e così via, si susseguirono secondo una logica che apparve unica e incalzante, per mettere i pubblici poteri di fronte a degli aut – aut” ha detto.



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