Il 5 ottobre si festeggia San Placido, venerato sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa e monaco che ha vissuto la sua esistenza seguendo il messaggio di San Benedetto da Norcia. Della sua infanzia si conosce poco. Si sa che è nato intorno al 515, probabilmente da un patrizio di nome Tertullo e da una nobile proveniente da Messina, Faustina. Non sappiamo neanche il suo luogo nascita, anche se si pensa che possa avere origini corrispondenti all’attuale Sicilia. All’età di 6 anni, viene affidato alla tutela e all’istruzione di San Benedetto e inviato, quindi, a Subiaco. Viene considerato come il più docile dei discepoli insieme a Mauro e si dimostra sempre molto attento agli insegnamenti del suo maestro e protettore. San Gregorio Magno, nel corso dei suoi Dialoghi, ha raccontato un aneddoto molto interessante sull’adolescenza dei due discepoli. Placido si reca presso un bacino lacustre per raccogliere dell’acqua. Ma all’improvviso il giovane scivola e cade all’interno del lago, rischiando seriamente di annegare. L’Abate Benedetto si rende conto del pericolo attraverso una rivelazione dall’alto e chiama all’ordine Mauro, che chiede la sua benedizione e non esita ad intervenire in soccorso del suo confratello. Dopo aver superato la riva, Mauro inizia a camminare e correre sull’acqua, proprio come Gesù e San Pietro, afferra Placido e e lo salva riportandolo a riva. Dopo l’avvenuto, San Benedetto ritiene che il miracolo sia merito dell’obbedienza e del rispetto sempre dimostrati da Mauro, mentre quest’ultimo ha attribuito ogni merito all’Abate. Placido ha affermato di aver visto al momento della sua salvezza la luce di Benedetto, talmente forte da offuscare qualsiasi cosa e da far confondere il grande gesto di Mauro. Tertullo, il padre di Placido, ha donato a Benedetto in segno di ringraziamento e riconoscenza numerosi doni, serviti in seguito a far costruire il monastero di Montecassino e alcune grandi strutture religiose in Sicilia. Muore nel 541. Alla fine dell’XI, San Placido viene erroneamente trasformato in martire. Un autore, Pietro Diacono, ha scritto un racconto denominato Passio S. Placidi, nel quale si narra della morte del giovane Abate in seguito all’invasione di una tribù saracena, guidata dal barbaro Manucha. Placido sarebbe stato ucciso insieme ad alcuni fratelli e ad un totale di trenta compagni all’interno della Badia di Messina. Tuttavia, questa storia è stata confusa con l’uccisione di un martire posto sotto la tutela di Diocleziano ed è quindi da considerarsi come un falso storico, anche per l’attitudine all’umiltà e all’obbedienza dimostrata da Placido nel corso dei suoi giorni. Secondo il Calendario Universale della Chiesa, la data del 5 ottobre non viene corrisposta al ricordo di Placido. E’ il Martirologio Romano a mettere in evidenza la sua santità e la sua vita estremamente umile, impreziosita da un carattere molto docile e ligio al dovere. Le sue reliquie sono situate presso la Parrocchia di San Giovanni di Malta a Messina, mentre altre parti del suo corpo si trovano a Poggio Imperiale (Perugia), Castel di Lucio (Messina), Ceriana (Imperia) e Biancavilla (Catania). San Placido è il protettore dei novizi benedettini e della città di Messina, oltre che dell’Arcidiocesi che comprende la città peloritana, Lipari e Santa Lucia del Mela, di Poggio Imperiale e di Biancavilla.