Sta facendo discutere il tweet di Sabina Guzzanti in merito alla decisione della Corte d’Assise di Palermo di non far assistere i boss Salvatore Riina e Leoluca Bagarella alla deposizione di Giorgio Napolitano nell’ambito del processo sulla trattativa Stato-Mafia. “Solidarietà a Riina e Bagarella privati di un loro diritto. I traditori nelle istituzioni ci fanno più schifo dei mafiosi”, ha scritto l’autrice del film “La trattativa”, che poi ha aggiunto in un altro messaggio: “Andate a vedere #latrattativa e capirete perchè i traditori nelle istituzioni fanno più schifo dei mafiosi o perlomeno stanno alla pari”. Immediate le reazioni, a cominciare dal presidente del Pd Matteo Orfini: “La Guzzanti che esprime solidarietà a Riina dimostra che la crisi di una certa cultura ‘di sinistra’ è ormai irreversibile”, si legge ancora su Twitter. Gli fa eco la deputata del Pd Giuditta Pini: “Ma la Guzzanti che esprime solidarietà a Riina e Bagarella pensa di essere molto diversa da chi definiva Mangano un eroe?”.
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Totò Riina, Leoluca Bagarella e Nicola Mancino non potranno assistere in videoconferenza alla deposizione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in programma il prossimo 28 ottobre nell’ambito del processo sulla trattativa Stato-mafia. Lo ha stabilito La Corte di Assise di Palermo, rigettando la richiesta dei boss e di Mancino (accusato di falsa testimonianza). Leggendo l’ordinanza nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, il presidente della Corte Alfredo Montalto ha chiarito che la loro esclusione “non appare contrastare con le norme costituzionali ed europee”. Era stata invece la Procura di Palermo a dare inizialmente il via libera alla possibilità che i tre imputati partecipassero in videoconferenza alla deposizione del Capo dello Stato: Riina e Bagarella avrebbero assistito dal carcere, mentre Mancino direttamente dal Quirinale. Il parere favorevole era arrivato dai magistrati che rappresentano l’accusa, Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi, ma la corte non ha accolto le istanze dei tre imputati.