E’ un vero grido quello lanciato oggi dal Papa al termine della consueta udienza del mercoledì a favore dei cristiani perseguitati. Un appello rivolto a chi ha responsabilità a livello locale e internazionale e alle persone di buona volontà per una vasta mobilitazione a favore dei cristiani perseguitati. Un grande trepidazione, ha detto Bergoglio, è quella con cui segue le loro vicende: “le drammatiche vicende dei cristiani che in varie parti del mondo sono perseguitati e uccisi a motivo del loro credo religioso. Sento il bisogno di esprimere la mia profonda vicinanza spirituale alle comunità cristiane duramente colpite da un’assurda violenza che non accenna a fermarsi, mentre incoraggio i Pastori e i fedeli tutti ad essere forti e saldi nella speranza. E per tutti i cristiani perseguitati perché cristiani invito a pregare un Padre Nostro …”. Nell’udienza di oggi invece Francesco aveva continuato nella catechesi dedicata alla Chiesa e di cosa viene chiesto ai ministri della Chiesa per vivere in modo fecondo il proprio servizio: “Guai se un vescovo, un sacerdote o un diacono pensassero di sapere tutto, di avere sempre la risposta giusta per ogni cosa e di non avere bisogno di nessuno o si comportassero come se comunità fosse la sua proprietà, il suo regno personale, mentre deve essere in ascolto della gente, anche di coloro che possono essere ancora lontani”.



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