Le ha messo un dito nella scollatura, la collega lo ha denunciato per violenza sessuale ma il giudice dell’udienza preliminare ha tramutato il reato in ingiuria e condannato il 40enne a una sanzione da 1.500 euro. Tutto è successo a ottobre del 2013. La ragazza, 35 anni, era impiegata in una ditta della provincia di Bergamo che si occupa di ristorazione, dove si trovava bene a lavorare e dove col titolare aveva instaurato un rapporto di fiducia. Ma l’accaduto ha visto coinvolto il fratello del titolare, un tipo che si definisce scherzoso. Il gesto si è verificato in corridoio, l’uomo stava spingendo il carrello, ma vedendo passare la collega ha lasciato la presa e le ha puntato il dito tra i seni. Anche se lui ha dichiarato al giudice di averle toccato lo sterno. La donna a quel punto è rimasta pietrificata, anche perché da ragazza era stata molestata da un parente. Il giorno successivo al gesto, il 40enne ha continuato a fare battute alla ragazza del tipo: “Oggi non sei scollata”, non immaginando però la reazione della ragazza, che ha lasciato il lavoro dopo tre giorni e lo ha denunciato per violenza sessuale. A sostenerla l’avvocato Federico Riva. La Procura, riconoscendo l’attenuante della minore gravità, ha chiesto la condanna per violenza sessuale a 8 mesi, richiesta spropositata per i legali del quarantenne, Marialaura Andreucci e Raffaella Pizzagalli, che andava invece assolto. Poi la decisione del gup Tino Palestra di condannare l’imputato per ingiuria. Adesso l’avvocato della vittima presenterà l’appello. (Serena Marotta)