Era un signore feudale, la casta che dominava il Giappone, che come gli altri come lui aveva diritto ad avere un proprio esercito e samurai al suo servizio ed era un samurai lui stesso. Ukon Takayama venne battezzato quando aveva 12 anni, nel 1564, quando il padre si convertì al cristianesimo con il nome di Giusto. Nel 1587 però l’uomo forte del Giappone, Toyotomi Hideyoshi cominciò a cacciare dal paese i missionari e a ordinare ai suoi feudatari di abbandonare la fede. Giusto e il padre rifiutarono e per questo persero titolo e terreni. Nel 1614 la fede cristiana venne abolita del tutto e Ukon insieme ad altri trecento cristiani giapponesi cercò rifugio nelle Filippine dove però morì solo solo 40 giorni dal suo arrivo. La sua figura era però talmente conosciuta che a Manila c’è una statua che lo ricorda e in Giappone i cristiani fanno frequenti pellegrinaggi nei luoghi dove visse. Sarebbe il primo caso di beatificazione di una singola persona, in quanto gli attuali 42 santi e 393 beati giapponesi sono tutte vittime di persecuzioni di massa. Oggi la Conferenza episcopale giapponese ha presentato alla Congregazione dei santi di Roma i documenti con la richiesta di beatificazione, che potrebbe scattare nel 2015, 400esimo anniversario della morte di Takayama. 



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