Rosi Bonanno ha 22 anni quando per la prima volta incontra Benedetto Conti. Tra i due è subito amore. Un amore che presto si trasformerà in una tortura per la donna e poi in omicidio. La storia di Rosi sarà trattata questa sera nella puntata di “Amore criminale” in onda su Rai Tre. I due erano separati da gennaio, quando il 10 luglio 2013 l’uomo, approfittando del fatto che la giovane madre si trovava da sola in casa con il bambino, si è presentato e dopo una lite ha afferrato un coltello massacrando la giovane con 17 coltellate. Era il 2009, dicevamo, quando i due si sono conosciuti. Rosi era impegnata in un’altra relazione, ma subito ha deciso di frequentare Benedetto contro il parere dei suoi genitori, che non vedevano di buon occhio la relazione con l’uomo più grande di lei di dieci anni. La ragazza, pur di non rinunciare al suo amore, decide di organizzare la classica “fuitina”. Benedetto è senza soldi, non ha un lavoro e la coppia per qualche settimana vivrà in auto. Sino a quando i genitori di lei non gli procurano un appartamento vicino al loro. Comincia così la convivenza, durante la quale Rosi scopre la vera personalità del compagno. L’uomo non ha alcuna voglia di lavorare e di provvedere alla famiglia e quando la ragazza gli fa notare la cosa, reagisce con violenza. Quindi la separazione, poi gli avvicinamenti. I litigi sono continui e si acuiscono dopo la nascita del figlio: l’uomo vuole ottenere l’affidamento del piccolo. Tuttavia nessuno dei due genitori ha la possibilità di provvedere al bambino, così il Tribunale affida il minore un po’ alla famiglia di lei e un po’ ai genitori di lui. Nel gennaio 2013 la ragazza rompe definitivamente con Benedetto. L’uomo inizia a perseguitare lei e la sua famiglia. Sino ad arrivare a quel 10 luglio 2013, quando afferra il coltello e uccide la ex compagna. Da qui, dopo una fuga a Villabate, paese in provincia di Palermo, viene arrestato sotto casa dei genitori. Per lui una condanna a 30 anni per omicidio. L’omicidio si è consumato in via Orecchiuta a Palermo, la ragazza aveva solo 26 anni, nella stanza accanto, quel giorno, dormiva il figlio di 2 anni. Prima di arrivare all’omicidio però c’erano state sei denunce per maltrattamenti da parte di Rosi. “E’ un delitto annunciato. Si sapeva che finiva così”, dice Teresa Matassa, madre della giovane vittima. Intanto il procuratore di Palermo, Francesco Messineo e l’aggiunto Maurizio Scalia, che coordinano l’inchiesta sul delitto, hanno affermato: ”Da controlli nel registro generale delle notizie di reato abbiamo accertato che la signora Rosi Bonanno aveva denunciato due volte, una nel 2010, l’altra nel 2011 Benedetto Conti. Le accuse erano di maltrattamenti in famiglia e non di stalking. Entrambe le denunce furono archiviate dal gip su richiesta della Procura perché la signora, risentita dagli inquirenti, minimizzò i fatti e in un caso ritirò la querela sostenendo che i dissidi erano cessati e che si era riconciliata con Conti”. “L’assistente sociale, la polizia sapevano tutto. Da tempo denunciamo violenze, minacce, intimidazioni. Ora che mia figlia è morta venite tutti ma l’avete sulla coscienza, questa non è giustizia, dov’era la legge?”, aggiunge la madre di Rosi. Con una nota, i servizi sociali del Comune di Palermo dichiarano: ”Conti e la donna hanno rifiutato l’assistenza offerta, che prevedeva il ricovero protetto per la madre e il figlio e, in una struttura separata, per il compagno”. Un delitto questo che si aggiunge ai tanti delitti efferati nei confronti delle donne: donne uccise perché donne. (Serena Marotta)