Un uomo di 38 anni, impresario edile residente nel Savonese, è stato arrestato dai carabinieri per aver finto di aver avviato chat e aver avuto conversazioni telefoniche con Elena Ceste, la madre di quattro figli scomparsa nel gennaio scorso e i cui resti sono stati rinvenuti il 18 ottobre a poche centinaia di metri dalla sua abitazione, al confine tra Isola e Motta di Costigliole. Dopo approfondite verifiche, è risultato che l’uomo era in realtà un mitomane che ha fornito false dichiarazioni ai militari: interrogato, ha confessato di averlo fatto per avere notorietà nelle trasmissioni televisive che si stanno occupando del caso.



Prima di morire, Elena Ceste non aveva assunto né droghe né psicofarmaci. E’ quanto emerge dall’esame tossicologico effettuato sui resti della donna trovati il 18 ottobre scorso nelle campagne astigiane a poco più di un chilometro dalla sua abitazione. Come aveva già spiegato il medico della famiglia, Mario Gozzellino, alla donna non erano mai stati prescritti farmaci antidepressivi e non aveva preso altre droghe. Un dettaglio importante che di fatto, come riporta il quotidiano La Stampa, esclude l’ipotesi di un tentato suicidio finito in tragedia. Si attende adesso un altro esame che potrebbe risultare decisivo, quello che dovrà stabilire l’eventuale presenza nel corpo della donna delle diatomee, alghe unicellulari: se venissero trovate, infatti, significherebbe che Elena Ceste è affogata in quei pochi centimetri d’acqua del Rio Mersa vicino a dove è stata trovata, mentre al contrario bisognerebbe dedurre che le cause della morte siano altre e che il corpo sia stato nascosto tra gli arbusti.

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