In una scuola superiore di Adria, in provincia di Rovigo (Veneto), una studentessa si sarebbe riferita agli immigrati con alcuni termini molto negativi, accusandoli di rubare il lavoro agli italiani e di “affamarli” con la loro presenza nel nostro Paese: è successo durante un incontro organizzato presso l’Istituto, a cui partecipava anche un membro della Caritas. A seguito del suo comportamento, la ragazza è stata punita con una nota disciplinare da parte del Preside della scuola, Romano Veronese, che al Corriere del Veneto ha voluto precisare in questo modo le ragioni della punizione assegnatale: “la nota non è riferita ai giudizi espressi dalla studentessa durante il dibattito, ma per i toni utilizzati. La ragazza di era infatti espressa in maniera alterata e con maleducazione, ha strappato di mano il microfono a chi stava parlando e ha abbandonato poi l’aula dell’Istituto alla fine del suo intervento, senza l’ autorizzazione dei professori”. La nota disciplinare, dunque, trova le sue fondamenta non a causa delle parole espresse dalla giovane, quanto più per il suo comportamento e tono; ma comunque, dopo circa una settimana dal fatto, è giunto un commento estremamente solidale nei suoi confronti: si tratta di quello di Roberto Calderoli, della Lega Nord, che in linea con i giudizi espressi dalla studentessa ha affermato: “Siamo ormai alla follia più totale. Il razzismo, al contrario, ha raggiunto livelli che non mi sarei immaginato, non si può dire più nulla contro gli invasori, non è consentito chiamare zingari o clandestini col loro nome”. Il vice presidente del Senato ha poi aggiunto che, se sarà necessario, non esiterà a denunciare questo fatto, che “è stato un terribile abuso da parte delle Istituzioni scolastiche, che vorrebbero imporre agli studenti il pensiero unico della sinistra buonista, alla quale interessa solo che possa proseguire la speculazione sulla pelle dei disperati”.