“Totale incapacità di intendere e di volere al momento del fatto. Capace di stare in giudizio e residua quota di pericolosità da monitorare”. È questo il referto della perizia presentata al gip di Pescara Gianluca Sarandrea, ed effettuata dallo psichiatra Renato Ariatti sul perito informatico di Pescara che la notte del 18 luglio scorso uccise, soffocandolo, il figlio adottivo Maxim di 5 anni mentre la moglie dormiva. Era stata proprio la moglie ad accorgersi che il piccolo non respirava più e a chiamare il 118. I sanitari, insospettiti dai segni che il piccolo aveva sul collo, avevano chiamato la polizia. Quindi è scattato l’arresto dell’uomo che soffre di disturbi psichici e che in quel periodo – da quattro giorni – aveva sospeso la terapia. L’uomo si era giustificato con la polizia dicendo che era stato un raptus. La piccola vittima era stata adottata nel 2012. (Serena Marotta)