Il 23 novembre si celebra San Colombano, una delle poche figure di religiosi irlandesi che siano entrate a far parte del martirologio cristiano; ma lo ha fatto con tale potenza e tale incisività che la sua figura è riuscita a segnare profondamente la storia del monachesimo occidentale, e la sua eredità è molto viva ancora oggi. Infatti, egli fondò un suo proprio ordine monastico, basato sulla preghiera, la mortificazione del corpo, ma anche e soprattutto l’attiva opera di evangelizzazione. San Colombano nacque in Irlanda intorno al 540 d.C.; il suo nome in gaelico, l’antico linguaggio dei Celti, significa “colomba bianca”. Si narra che sua madre, quando ancora lo portava in grembo, abbia sognato un sole luminoso che le usciva dal petto, premonizione della luce che suo figlio avrebbe portato al mondo. Da fanciullo, Colombano crebbe secondo i costumi della sua gente, ma dimostrò subito vivace intelligenza, apprendendo presto a leggere e scrivere. A soli quindici anni palesò il suo desiderio di dedicarsi alla vita monastica. Sua madre cercò di impedirglielo, poichè non voleva che quel caro figlio se ne andasse di casa. Ma lui la apostrofò con le parole del Vangelo, chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. Così se ne andò, e da questo momento per lui iniziò una vita di pellegrinaggi, come se fosse spinto da una forza irresistibile a portare la parola di Dio, prevalentemente attraverso il suo esempio, attraverso tutta l’Europa.
Dapprima si fermò presso il monastero irlandese di Cleenish Island, e poi in quello di Bangor. In questi anni apprese il latino, approfondì le sue conoscenze teologiche, e insieme agli altri frati si guadagnò la stima e il rispetto della gente del posto, che riconosceva in loro la profonda spiritualità degli antichi druidi, che ricordavano anche nelle vesti bianche che indossavano. Ma ben presto San Colombano sentì il bisogno di varcare i confini del suo Paese e si imbarcò con alcuni confratelli alla volta della Francia. Prima di approdare, peregrinò a lungo, toccando l’isola di san Patrizio, dove leggenda vuole che fosse stato sepolto Giuseppe di Arimatea insieme al Santo Graal; la Cornovaglia e Tintagel. Giunse infine in Bretagna nel 590 circa, e con i suoi confratelli eresse un primo monastero. Però San Colombano amava soprattutto vivere come un eremita: alloggiava in una grotta, che si dice gli fosse stata concessa dall’orso che prima la abitava. Da quella grotta sgorgò una fonte di acqua miracolosa.Ma i proseliti della sua predicazione crescevano tanto, e soprattutto aumentavano i giovani desiderosi di dedicarsi alla vita consacrata, che dovette erigere ben altri due monasteri, che resse per alcuni anni scrivendo nel frattempo le regola del suo ordine. Ad esempio, si deve a San Colombano l’entrata in uso della penitenza segreta con il confessore.
In seguito, però, il suo ascetismo entrò in contrasto con l’episcopato francese e con la casa regnante; nel 610 San Colombano fu costretto nuovamente a partire e, dopo aver peregrinato in lungo e in largo, decise infine di recarsi a Roma, per avere dal papa l’approvazione del suo ordine. In Italia, dove giunse valicando le Alpi e dopo aver fondato in Svizzera l’Abbazia di San Gallo, si trattenne per qualche tempo Milano dove invocò la protezione del re dei Longobardi e della regina Teodolinda. Nel 614 arrivò a Bobbio, dove fondò un altro monastero. Oggi San Colombano in Italia è noto anche come San Colombano da Bobbio. Il 23 novembre del 615 infine le peregrinazioni terrene di San Colombano ebbero fine proprio a Bobbio, dove spirò all’età di 75 anni. Alcune delle reliquie del santo sono ancora oggi conservate a Bobbio, dove fu sepolto, e qui molto sentita è la sua venerazione.
San Colombano è stato dichiarato patrono dei motociclisti, e c’è anche un a petizione affinché sia fatto patrono d’Europa, la cui unità egli propugnava già a suo tempo.Ogni anno, il 23 novembre, presso il Monastero di Bobbio, si tengono delle solenni celebrazioni, con una novena e feste medievali per ricordare questo santo così moderno, che ci ha lasciato molti scritti contenenti le sue riflessioni sul modo migliore di poter essere un cristiano attivo nel tessuto della società.