E’ un “messaggio di speranza e incoraggiamento” quello che Francesco ha indirizzato oggi ai cittadini europei, come ha detto lui stesso. Lavoro, ambiente, temi eticamente sensibili, migranti, famiglia sono stati alcuni dei punti toccati dal Pontefice. Ma soprattutto ha richiamato l’europarlamento alle radici cristiane d’Europa, “l’anima buona” del continente, ricchezza e potenzialità, in grado di renderlo immune da estremismi che si generano “anche per il grande vuoto ideali del cosiddetto Occidente, perché è proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza” ha detto. Aggiungendo: “Un’Europa che non è più capace di aprirsi alla dimensione trascendente della vita è un’Europa che lentamente rischia di perdere la propria anima e anche quello ‘spirito umanistico’ che pure ama e difende”. Nel suo discorso Francesco ha poi parlato della crescente lontananza tra cittadini e istituzioni europee, una Europa vecchia a cui si può rispondere evitando di far ruotare tutto intorno all’economia ma pensando invece alla sacralità della vita umana. Una Europa, ha detto ancora, dove dilaga la solitudine: “La si vede particolarmente negli anziani, spesso abbandonati al loro destino, come pure nei giovani privi di punti di riferimento e di opportunità per il futuro; la si vede nei numerosi poveri che popolano le nostre città; la si vede negli occhi smarriti dei migranti che sono venuti qui in cerca di un futuro migliore. Tale solitudine è stata poi acuita dalla crisi economica, i cui effetti perdurano ancora con conseguenze drammatiche dal punto di vista sociale”. Quindi ha parlato di difesa dei diritti umani, dell’uomo oggi ridotto a meccanismo che quando la vita non è funzionale al meccanismo stesso essa viene buttata via come si fa con i malati terminali, gli anziani abbandonati i bambini uccisi prima di nascere. Quindi un forte richiamo ai cristiani perseguitati nel mondo: “Non possiamo qui non ricordare le numerose ingiustizie e persecuzioni che colpiscono quotidianamente le minoranze religiose, e particolarmente cristiane, in diverse parti del mondo. Comunità e persone che si trovano ad essere oggetto di barbare violenze: cacciate dalle proprie case e patrie; vendute come schiave; uccise, decapitate, crocefisse e bruciate vive, sotto il silenzio vergognoso e complice di tanti”.
Atterrato in Francia alle 10.00, Papa Francesco si prepara per l’intervento, a Strasburgo, al Parlamento Europeo e al Consiglio D’Europa. Si tratta di una visita flash, una vera e propria toccata e fuga comunque storica: è infatti la seconda volta, dal 1988, che un Pontefice si reca alle istituzioni europee. Il primo, 26 anni fa, fu Giovanni Paolo II. Alle 10.35 il Santo Padre verrà accolto da Martin Schultz alle porte dell’Europarlamento: dopo la firma del Libro d’Oro e lo scambio di doni, i due e le rispettive delegazioni si incontreranno privatamente per un colloquio di 15 minuti. È alle 11.15 che il Papa entrerà nella sala riunita in sessione plenaria e terrà dunque il suo discorso, che verterà sui temi dell’accoglienza dei migranti di pari passo con il rifiuto della “cultura dello scarto”. Al termine, Bergoglio si incontrerà con altre autorità quali il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, Matteo Renzi (visto il semestre italiano) e il neo presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. Il secondo step del viaggio sarà far tappa alla sede del Consiglio d’Europa: anche qui Papa Francesco, dopo un faccia a faccia con il segretario generale Thorbjorn Jagland, terrà un discorso prima di salire sulla scaletta e lasciare l’aeroporto di Strasburgo alle 13.50.