Il Gip di Roma ha archiviato l’inchiesta sul decesso del bimbino morto il 17 marzo scorso soffocato da un hot-dog mentre era con la mamma al ristorante Ikea di un centro commerciale “Porta di Roma”. La famiglia non si arrende al fatto che la morte di Francesco possa essere considerata una fatalità. Stando a quanto scrive il giudice il personale dell’azienda ha agito secondo le regole e non ci sono motivi per procedere. La mamma Alessia non riesce a darsi pace né a trattenere lacrime di rabbia: “Vogliamo giustizia. Non possono chiudere un’inchiesta senza neanche aver sentito le persone che hanno avuto un ruolo chiave in questa vicenda”. Secondo la famiglia infatti le indagini non sono state condotte in maniera adeguata e “presentano numerose lacune e punti oscuri ancora da chiarire”. Francesco se n’è andato a marzo dopo aver combattuto contro la morte per ben cinque giorni al Policlinico Gemelli di Roma. La famiglia ha sempre sottolineato il “colpevole ritardo” del 118, ma soprattutto dell'”assenza del personale medico all’Ikea”. I genitori di Francesco hanno chiesto più volte invano che venissero ascoltati gli testimoni presenti al momento dall’accaduto ma sono molte le domande che, secondo loro, continuano a non trovare risposta.