Niente più spiedo nei ristoranti: tutti gli amanti della carne cotta in questo modo, d’ora in avanti, dovranno rinunciare a ordinazioni di questo tipo e, se proprio non possono fare a meno, dovranno cucinare il tutto ognuno a casa propria. Questo perché la legge nazionale sulla caccia è stata recentemente modificata in seguito alle direttive di Bruxelles, e si è vietato l’acquisto o la vendita di uccelli – sia vivi che morti – che vivono allo stato selvatico. Nessun locale, dunque, avrà più il permesso di acquistare – neanche da paesi esteri – i piccoli volativi che poi finirebbero sullo spiedo e infine nel piatto del consumatore. Questa nuova direttiva, però, ha gettato nello sconforto non solo i clienti, ma anche i ristoratori, di cui si è fatto portavoce in particolare Fabio Rolfi, consigliere regionale a Brescia. Egli ha infatti affermato che in questo modo la tradizione gastronomica della sua provincia rischia di lasciare per strada un pezzo consistente della sua storia. Ma la risonanza della notizia non si è fermata e ha avuto anche impatto nella politica, dove Viviana Beccalossi, assessore al Pirellone, ha affermato “Stop allo spiedo e ad altri piatti tipici come polenta e osei,e viva il kebab. In un’Italia e in un’Europa che privilegiano sempre più gli immigrati, spesso clandestini, a pagar dazio sono la nostra tradizione e la nostra economia”.