Ieri Francesco, dopo l’applaudito discorso al Parlamento europeo, ha tenuto un secondo discorso a Strasburgo, questa volta ai membri del Consiglio d’Europa, organismo che si occupa di promuovere democrazia e diritti umani. Ha approfondito quanto già detto in precedenza, in particolare il tema della pace ricordando i conflitti che ancora attraversano il continente, ha ringraziato per il lavoro sui diritti umani (“E’ un lavoro particolarmente prezioso, con notevoli implicazioni etiche e sociali, poiché da un retto intendimento di tali termini e da una riflessione costante su di essi dipende lo sviluppo delle nostre società, la loro pacifica convivenza e il loro futuro”). Ha poi condannato senza mezzi termini il terrorismo religioso paragonando l’Europa al pioppo del poeta Clemente Rebora: “L’Europa è come quel pioppo, con i rami protesi verso l’alto, animata da un insaziabile desiderio di conoscenza, di sviluppo, di progresso, di pace e di unità, uno slancio possibile solo grazie alla solidità del tronco e alla profondità delle radici che lo alimentano”. Infine nel viaggio di ritorno ha incontrato i giornalisti, e rispondendo a una domanda, ha detto di non sapere se sia possibile dialogare con lo Stato islamico ma che lui tiene sempre aperta ogni porta. A chi lo definisce un socialdemocratico, ha risposto che è un riduzionismo.