“Non vogliamo ricordare Yara per il giorno in cui è scomparsa ma per il suo sorriso e per quello che è stata per noi, in tanti anni insieme”. Queste le parole di una delle insegnanti di ginnastica della tredicenne, riportate da L’Eco di Bergamo. Oggi in paese si terrà alle 18 la cerimonia alla quale parteciperanno i familiari e tutti i conoscenti e gli amici della giovane di Brembate Sopra. Nella palestra, il luogo dove Yara coltivava la sua passione di ginnasta, ad allenare le giovanissime c’è sua sorella maggiore, Keba Gambirasio. Le insegnanti raccontano: “Quella sera ci disse: è buio, vado a casa, altrimenti mamma si preoccupa”. Ma quella sera Yara, come si sa, non tornò a casa e dopo mesi di ricerca il suo cadavere fu ritrovato tre mesi dopo. Oggi c’è un presunto colpevole: dopo aver prelevato 18.000 campioni genetici, gli investigatori hanno arrestato lo scorso giugno Massimo Bossetti.



Sono passati esattamente quattro anni dalla morte di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra (Bergamo) rapita e uccisa la sera del 26 novembre 2010. Dell’omicidio è accusato oggi Massimo Giuseppe Bossetti, arrestato e portato in carcere il 16 giugno scorso. “Prego ogni giorno per Yara”, avrebbe detto il carpentiere di Mapello dalla sua cella, come riportato oggi da La Stampa. “È la scelta di un uomo credente – racconta invece chi gli sta vicino – è il gesto di un padre di tre figli che, nel rispetto del dolore della famiglia Gambirasio, rivolge un pensiero di umana pietà verso chi non c’è più”. Bossetti legge il Vangelo insieme al cappellano del carcere, don Fausto Resmini: “Prego per la mia famiglia, per i miei figli e per chi non c’è più, perché possa tornare a casa e gli altri possano credere alla mia estraneità nell’omicidio”, avrebbe detto ancora. Anche i genitori di Yara hanno parlato nelle scorse ore tramite il loro avvocato, Enrico Pelillo: “Non vogliamo un colpevole, ma il colpevole”, hanno detto. “Abbiamo sempre rispettato il lavoro di tutti e atteso l’esito degli accertamenti, ora aspettiamo il processo, la sede opportuna in cui si assumono le prove – ha spiegato il legale della famiglia – Speriamo si celebri velocemente, per accertare se l’indagato è il colpevole”.

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