Con il cibo ha sempre avuto a che fare: da ragazzo è stato cameriere nell’albergo dei suoi genitori a Riccione, poi è diventato un manager della ristorazione. Negli ultimi anni, un suo fortunato spettacolo l’ha intitolato “La penultima cena”. Insomma, attorno ad una bella tavola imbandita, in un modo o nell’altro, Paolo Cevoli c’è sempre stato. Forse anche per questo, ha scelto di coinvolgersi con chi, ogni giorno, si preoccupa di tavole che invece fanno una fatica immane a riempirsi di cibo: la Fondazione Banco Alimentare Onlus, la realtà che coordina la rete di ventuno Banchi alimentari locali, quotidianamente impegnata nel recupero delle eccedenze e della loro distribuzione a poco meno di 2 milioni di persone indigenti, mediante circa 8 mila enti convenzionati. Una “macchina della carità” su cui, oggi sabato 29 novembre, ognuno potrà salire: puntuale, per il diciottesimo anno consecutivo, si svolge in migliaia di punti vendita di tutta la penisola la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, la spesa di solidarietà in cui ognuno potrà fare la sua parte contro la fame in Italia.
Lo spot promozionale di questa vera e propria festa di popolo, capace di coinvolgere ogni anno oltre centomila volontari, è stato realizzato proprio da Cevoli, che ha dato prestato gratuitamente la sua immagine al Banco Alimentare per invitare tutti a comprare e donare “tante robine buone”, come tonno, legumi , olio fino ai “pelati, come me”. Subito strabuzza gli occhi, Cevoli: “Gratis?! Ma come, il mio impegno facciale per la Colletta non prevede alcun compenso, rimborso spese, benefit, ecc. ecc.? Come siamo ridotti male… povera Italia!”. Ma poi torna subito serio (o almeno così pare) quando chiedo a lui che ha un passato da manager nella gestione della ristorazione, cosa pensa di tutto quel ben di Dio che va sprecato in alberghi, ristoranti, mense scolastiche: “È un vero peccato. Da bambino, quando non volevo mangiare, la mia mamma mi diceva “Pensa ai bambini poveri che non ne hanno!” Così ha ottenuto due risultati molto importanti: da uen lato mi ha insegnato che tutto quello che abbiamo è un dono, dall’altro il suo bambino è sempre stato bello cicciottello”.
Già l’anno scorso Cevoli era tra coloro che sistemavano pacchi durante la Colletta alimentare: “Sì, mi sono trovato ad impilare gli scatoloni nel punto di raccolta del Caab di Bologna, il magazzino temporaneo in cui confluivano tutti i prodotti raccolti nella provincia. Il mio amico Giando mi ha detto: Paolo, visto che il Padreterno ti ha dato quella bella faccia da schiaffi, perché, non aiuti il Banco Alimentare?”. Una giornata che ha lasciato il segno: “È stata una bella esperienza. Tra l’altro Giando non fa mancare proprio niente ai volontari del punto di raccolta non fa mancare niente. Soprattutto in fatto di grigliata e bottiglie di vino”. Così, dopo essere stato testimonial per dieci anni del Banco Farmaceutico, la scelta di servire il Banco Alimentare.
Una scelta congeniale, quella di servire: per anni cameriere nella pensione di famiglia, uno che dunque serviva al tavolo, e che coglieva (e ancora coglie…) quanto è bello servire, far contento il cliente, dargli soddisfazione. Un po’ come i volontari della Colletta? “In effetti negli anni della mia giovinezza riccionese facevo il cameriere nella pensione Cinzia dei miei genitori. Il mio babbo diceva sempre “Quando son contenti in clienti siam contenti anche noi”. Io penso che sia proprio così. La nostra natura è quella di donarsi agli altri, di servire il prossimo. È faticoso, ma fa felici. Essere figli di albergatori ha un altro vantaggio mica da ridere: i genitori non possono dire “Questa casa non è un albergo!”.
Cosa c’è nel futuro prossimo del comico romagnolo? “Sto lavorando ad un mio film comico (naturalmente!) ambientato fra gli alpini della prima guerra mondiale. Se tutto va bene esce fra febbraio e marzo 2015. Vestirò i panni del maestro elementare riminese Gino Montanari il quale, a causa dei suoi comportamenti libertini ed anti interventisti, è costretto ad arruolarsi volontario nella Grande Guerra. Gino verrà destinato in un avamposto in Valtellina come eliografista. La guerra, la montagna, il nemico, gli alpini, ma soprattutto l’amicizia con Aniello, fante del 99 di Capri, cambieranno lo sguardo di Gino sul mondo: la montagna, la guerra e tutta la vita avranno uno scopo nuovo. È la storia di una conversione alla montagna, all’amore, alla vita. Siete tutti invitati! Intanto buona Colletta”. A proposito, farà la Colletta anche quest’anno? “Sicuramente farò la spesa, un gesto semplice che vale molto per chi ha molto poco”.