Il morbillo è diventata una malattia che colpisce gli adulti, età media 23 anni, perché si è smesso di fare i vaccini. Nel 2014 sono stati registrati 1.517 casi in Italia. “Siamo in Paese con la più alta incidenza in Europa (su un totale di 4.735 casi totali), anche se i casi sono scesi rispetto ai 5mila del 2008. Il morbillo non è più una malattia dei bambini, ormai infatti colpisce gli adulti, l’età media dei pazienti è di 23 anni. Questo perché 10-15 anni fa si è smesso di vaccinare i figli contro questo virus». L’allarme arriva da Lucia Pastore Cementano, dell’European Center for disease prevention and control, durante il suo intervento alla conferenza “The state of health of Vaccination in the Ue” a Roma. In Italia la vaccinazione non è obbligatoria: «La vaccinazione contro il morbillo non è tra quelle obbligatorie – chiarisce l’esperta – e nell’Unione Europea l’85 per cento di chi si ammala è tra i non vaccinati. Il Italia, come in Germania, il maggior numero dei casi si verifica in chi ha 30 anni. C’è un percezione errata della malattia, si pensa che non sia pericolosa e così molti genitori non vaccinano i figli sotto i 2 anni». L’età adulta di chi contrae il virus accomuna tutti i paesi d’Europa. Negli ultimi dodici mesi, In Italia, Germania e Olanda ci sono stati casi di adulti con più di 30 anni. Tutte persone non vaccinate. L’esperta ha sottolineato come l’obiettivo dell’Unione europea sia quello di arrivare a una copertura vaccinale del 100 per cento, ma allo stato attuale solo 14 paesi hanno una copertura superiore al 95 per cento per la prima dose di vaccino e di questi solo la metà raggiunge la seconda dose di vaccino. Nel nostro paese la copertura non raggiunge il 90 per cento. «Questo anche perché – ha dichiarato l’esperta – il morbillo non viene considerato una malattia pericolosa, nonostante alcune complicanze siano molto rischiose (encefalite e polmonite) e si verifichino uno-due decessi ogni mille malati proprio per tali complicanze». Sull’argomento è intervenuta il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: «Campagne pseudoscientifiche e di pseudo-informazione che vengono fatte su internet e anche attraverso canali informali sui social network stanno cercando di dissuadere i genitori dalle vaccinazioni, così come le persone anziane. Aumentano dunque i genitori che hanno dubbi rispetto alla vaccinazione dei figli e tali paure sono alimentate proprio dalla pseudoscienza in rete», che ha concluso: Questa «pseudoscienza – ha sottolineato Lorenzin – sta mettendo a rischio la copertura vaccinale e tutto questo espone i bambini a un rischio inaccettabile di contrarre malattie infettive, con un rischio di fiammate epidemiche». (Serena Marotta)