Il corpo dell’ultima vittima dell’affondamento della Costa Concordia, Russel Rebello, è stato ritrovato a bordo del relitto della nave che è agli ormeggi nel porto di Genova dove sta per essere smantellata. I resti del cameriere indiano erano in una cabina al ponte 8 della nave. Abbiamo contattato il fratello, Kevin Rebello, 40 anni, che vive a Milano da 16 anni.
Come si è sentito sapendo che è stato ritrovato il corpo di suo fratello?
Sono due anni, nove mesi e 21 giorni, in tutto circa mille giorni che aspettavo questo momento. E’ un lungo periodo per attendere la notizia. Oggi ho la stessa sensazione come nei primi giorni, è un po’ difficile da spiegare, però è una bella notizia che aspettavo da tanto tempo, ed è quindi molto importante per me e per la mia famiglia.
All’apprendere della notizia ha tirato un sospiro di sollievo?
Sì. Finché però non avrò tutte le conferme per quanto riguarda l’analisi del Dna non posso dire ancora niente perché devo attendere che siano portate a termine tutte le procedure. Appena tutto sarà terminato potrò dire finalmente: “Ok, questa volta ci siamo”. Ci è già capitato diverse volte che sembrava che si trattasse del corpo di mio fratello e non era così. Nonostante il suo sia rimasto l’ultimo corpo, per me è importante avere delle conferme da fonti affidabili.
Sappiamo che lei è cattolico. La sua fede l’ha aiutata in questo periodo?
Sì. In questo periodo difficile per me è stata essenziale la costante preghiera da parte dei miei genitori, della mia famiglia e degli amici che mi conoscono, e che hanno sempre ricordato mio fratello nel loro dialogo con Dio. Ora finalmente ci è arrivata questa bella notizia del ritrovamento del suo corpo.
La sua famiglia come ha vissuto in questi anni?
Io vivo in Italia e ogni volta che sentivo i miei genitori percepivo quanto questo momento fosse per loro difficile. Non è stato facile fare capire a mia madre e a mio padre qual era realmente la situazione. Manca un figlio, non hanno ancora trovato il corpo, e con dei genitori anziani non è semplice farglielo capire. Bisogna essere un genitore per comprendere che cosa si prova in queste situazioni. Io non ho figli, ma per mio padre e mia madre è stata davvero dura, pensavano sempre al loro figlio scomparso ed è giusto che fosse così.
Suo fratello come viveva il suo lavoro?
Mio fratello non è mai venuto a lavorare in Italia, è sempre stato un dipendente della Costa Concordia. Mentre io vivo in Italia, mio fratello era sempre a bordo e girava in tutto il mondo. Il suo sogno era guadagnare un po’ di soldi e vedere il mondo. Ha lavorato per Costa Concordia per sette anni, e sperava di continuare per crescere in questo settore.
Alcuni giornali hanno scritto che sperava di aprire un ristorante…
Non ne ho idea, di questo non abbiamo mai parlato. Sicuramente era troppo presto per pensare a un progetto così ambizioso.
I suoi sogni purtroppo si sono conclusi tragicamente…
Sì, e purtroppo non solo per mio fratello ma anche per altre 31 persone.
Che cosa ne pensa del processo sull’affondamento della Costa Concordia?
Non ho seguito il processo. Lascio che a decidere siano la legge e i tribunali italiani.
Dove sarà sepolto suo fratello?
A Mumbai, dove è nato. Riporterò io il suo corpo in India dai miei genitori.
(Pietro Vernizzi)