Oggi si ricordano i 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, il 9 novembre del 1989. Sono state tantissime le persone morte nel tentativo di oltrepassare quel simbolo della cortina di ferro, nel tentativo di lasciare il regime sovietico e vivere nella Germania occidentale. La prima vittima in assoluta fu una donna, Ida Diekmann, che tentò in quest’impresa, perdendo la vita, il 22 agosto del 1961. La donna, nata nel 1902, da poco era stata separata, per pochissimi metri, dai suoi parenti residenti nella Germania Ovest: così, per riuscire a salvarsi e a ricongiungersi a loro, tenta di saltare oltre il muro dal suo appartamento situato in Bernauer Strasse, ma senza successo. I materassi che aveva gettato per attutire la caduta dal terzo piano non furono, purtroppo, sufficienti. La maggior parte delle vittime mietute dalle guardie di frontiera sono stati giovani uomini, ma allo stesso tempo si conteggiano anche donne – come l’appena maggiorenne Marionetta Jirkowsky nata nel 1962 e che ha provato ad attraversare nel 1980 – e perfino alcuni bambini, come Lothar Schleusener di 13 anni  Jorg Hartmann di 10, che sono le più giovani vittime che sono cadute al confine della DDR. Nonostante l’ordine di non aprire il fuoco sui bambini, Jorg fu colpito alla testa da un proiettile che lo uccise sul colpo, mentre Lothar fu ferito anch’egli da alcuni colpi di proiettile che non gli furono immediatamente letali. I due amici stavano cercando di raggiungere l’altra parte passando attraverso un tubo situato nei pressi del torrente Heidekampgraben. L’ultima vittima del confine fu Wilfried Freudenberg, morto l’8 marzo proprio del 1989, l’anno in cui il muro sarebbe finalmente stato abbattuto.



Anche in letteratura questo evento, che è diventato il simbolo della disfatta dell’Unione Sovietica, ha avuto una certa risonanza. Infatti, autori come Ellen Sesta con il suo libro “Il tunnel della libertà”, hanno raccontato i tentativi di fuga dalla zona Est prima che il muro cadesse, che la maggior delle volte si risolvevano con l’uccisione da parte dei vopos in guardia al muro dei cittadini stessi. In particolare, ne “Il tunnel della libertà” si narrano le vicende della costruzione di uno dei tunnel più lunghi, costruito da due uomini italiani con lo scopo di passare dall’altra parte. Uno dei due era proprio Domenico Sesta, detto Mimmo, ingegnere italiano morto nel 2002e marito della scrittrice: insieme all’amico Gigi hanno fatto in modo che moltissime persone passassero il confine senza perdere la vita durante il tentativo. Oltre al libro, è stat prodotta anche una serie televisiva che illustra il loro coraggio e la loro impresa, dal titolo omonimo, che Kim Rossi Stuart nei panni di Domenico Sesta e Paolo Briguglia in quelli di Luigi Spina.



Anche i telegiornali italiani hanno riportato la notizia della caduta del muro, che era il simbolo anche del crollo dell’Unione Sovietica. “Una notte storia per il berlinesi e per il mondo intero” esordiva il Tg1, mandando in onda finalmente, dopo anni di immagini cruente, scene di festa, gioia, e abbracci tra amici e familiari ritrovati dopo tanto tempo. Una folla immensa che passa sotto gli occhi della polizia del popolo, che non interviene più. Viene mostrata anche la Porta di Brandeburgo, le prime picconate che la folla gli ha riservato: la Cortina di Ferro non esiste più. Anche il Tg2 riporta la notizia, dicendo che di colpo decine di anni di immobilismo sono stati “cancellati”, il muro di Berlino si è sbriciolato. Ancora si riporta la festa senza limiti che invade Berlino, nonostante non fossero – all’epoca – disponibili le cifre di popolazione che ha varcato il confine per tornare nella Berlino Ovest. Il primo passo per cancellare un’eredità purtroppo pesantissima è stato compiuto quella notte di 25 anni fa. Clicca qui per vedere il video



Il sito specializzato Skuola.net ha organizzato un sondaggio per capire se gli alunni italiani conoscono cosa è accaduto il 9 novembre del 1989. Quello che ne è uscito non è un quadro del tutto roseo: il 7% attribuisce alla data la redazione del trattato di Maastricht, il 6% l’omicidio di Aldo Moro e il 16% degli studenti è invece convinto che il 9 novembre 1989 sia la data relativa alla strage di Bologna. Ma non è finita qui: in molti, in particolare il 19% di loro, ammette che non saprebbe spiegare il significato dell’evento della caduta del Muro di Berlino e circa 1 su 3 ammette che a scuola non se ne è mai parlato. Tre studenti su dieci ammettono di averne sentito parlare, ma non hanno ancora affrontato l’argomento a scuola: in risposta a queste lacune il sito di Skuola.net ha cercato di capire come i ragazzi riescono ad impossessarsi di tutte quelle conoscenze che gli mancano, come per esempio questa relativa alla caduta del Muro. In tutto, il 31% di loro ha affermato che ha cercato informazioni sul web, una percentuale uguale ha sentito parlare della caduta del Muro in televisione proprio a causa della ricorrenza della data, il 24% ne ha letto sui giornali e solamente il 13% ha scelto di chiedere e farsi spiegare dai propri famigliari.

Nel 1989 dalle corde del suo violoncello si diffondeva la musica proprio sotto il muro che cadeva. Stiamo parlando di Mistislav Rostropovich: «Nel 1978 mi era stata tolta la cittadinanza sovietica, e mi era negato l’ingresso in qualunque Paese comunista. Da allora la mia vita era divisa, come spaccata in due: da una parte, in Russia, la famiglia, i parenti, gli amici, i miei luoghi, il mio passato. Dall’altra, la casa a Parigi, i concerti, le tournée. Quando mi chiamò un amico, dicendomi di accendere il televisore, non capii immediatamente. Vedevo gente che festeggiava, che si abbracciava, che stappava bottiglie. Quando mi resi conto di cosa stava succedendo, mi venne spontaneo precipitarmi sotto quel muro che cadeva: era il simbolo della mia vita divisa, e il suo crollo voleva dire che finalmente essa si poteva ricomporre. Ero ritornato completamente me stesso: non più da una parte il concertista che viaggiava per il mondo e dall’altra la mia storia fino ai 48 anni. Suonare sotto il muro voleva dire esprimermi completamente, esprimere la gioia di fare musica e la gioia di riabbracciare quel pezzo di vita che mi era stato sottratto», così racconta il musicista durante un’intervista a “Tracce.it”. «La musica è il linguaggio più universale che l’uomo possa concepire. Non c’è distinzione di razza, di nazione, di tempo: la musica parla a tutti», dice il musicista.

Esattamente 25 anni fa cadeva il muro di Berlino, e oggi il doodle di Goole ce lo ricorda benissimo: se questo è stato un simbolo che ha avuto un significato e una risonanza consistenti per la Germania, forse non si può dire esattamente la stessa cosa per la Russia. Infatti, come scrive Marta Dell’Asta per ilsussidiario.net, oggi, in Russia, in tantissimi non sanno neanche chi ha costruito quel simbolo della cortina di ferro: i giovani non conoscono la storia, ci spiega l’autrice; e gli adulti non ne hanno memoria e non ne fanno tesoro nel quotidiano. Appare quindi chiaro come a Mosca e in tutta la Russia stia pian piano svanendo il vero significato che il crollo del Muro di Berlino simboleggia, non solo per la Germania, e si stanno di nuovo infiltrando i miti, tutte le “abitudini sovietiche”, come lei stessa scrive, e la paura tra i cittadini, che erano caratteristiche del regime che è stato, appunto, abbattuto. L’autrice, però, conclude con una speranza: illustra come la statua di Lenin sia stata abbattuta in Ucraina, uno degli Stati che è nato in seguito alla distruzione dell’Unione Sovietica, e quali sono stati i commenti della popolazione a riguardo.

L’abbattimento del muro di Berlino regolato dalle forze addette iniziò ufficialmente il 13 giugno del 1990, ma ben prima di questa data, molti degli spazi del Muro di Berlino erano già stati ricoperti da murales, nomi, scritte, firme e altri segni e simboli di ogni genere. Questo fenomeno era iniziato nella Germania Ovest, mentre invece ha preso piede nella Germania Est solamente dopo la dichiarazione fatta, appunto, il 9 novembre 1989: questo perché in Germania dell’Est le guardie presidiavano tutto il confine e non lasciavano avvicinare nessuno. Oggi, alcuni dei murales sono ancora osservabili nella East Side Gallery, anche se molti sono andati distrutti o sono stati rovinati: per esempio, c’è quello che raffigura il “fraterno bacio socialista” tra Leonid II’ic Brezhnev e il presidente Erich Honecker, accompagnato dalla scritta in cirillico “Signore, aiutami a sopravvivere a questo amore letale” e ripreso dalla fotografia scattata dal fotografo Regis Bossu in occasione del 30° anniversario della Repubblica Democratica dell’Est. Oppure, c’è anche l’indimenticabile Trabant che sfonda letteralmente il muro e sbuca tra le macerie che la circondano; che riporta, peraltro, una targa assolutamente evocativa corrispondente proprio alla data di cui oggi Google vuole ricordare l’anniversario.

LA CADUTA DEL MURO DI BERLINO – La caduta del Muro di Berlino è avvenuta esattamente 25 anni fa. Questo è un evento che ha segnato profondamente l’immaginario collettivo di chi ha vissuto in quegli anni un cambiamento letteralmente epocale. E anche per Google, i cui fondatori oggi sono sulla quarantina d’anni, certamente questo è un evento particolare. E non a caso, infatti, sulla caduta del muro di Berlino è stato fatto un doodle, molto diverso dai soliti che siamo abituati a vedere. Un filmato (quasi che questa volta il logo fosse di Youtube) con la storia di questi 25 anni dalla caduta del muro di Berlino, raccontata attraverso i suoi frammenti sparsi nel mondo. E uno di questi frammenti, inquadrato solo per pochi istanti, è niente meno che situato a Mountain View, sede dello storico (e in questo caso il termine assume un altro sapore) motore di ricerca. Insomma un legame tra questo evento e il cuore stesso di Google, per una volta non legato a chiavi di ricerca, a numeri, link, indicizzazioni, o crescite esponenziali in borsa. Un cuore più romantico, di persone che sono rimaste impressionate da un evento epocale come la caduta del muro di Berlino. E che lo hanno portato un po’ nel proprio cuore, dandogli un significato. Quello dell’ultima slide del filmato. Un cuore che è il simbolo della pace. Capace di far crollare i vecchi muri e – si spera – anche i nuovi.