Papà, perché io non ho il tuo cognome? Questa domanda, rivolta a Franco (nome di fantasia), un latitante italiano in Colombia, ha cambiato la sua vita. L’uomo, fuggito in Sud America perché ricercato in Italia per rapina a mano armata, non aveva identità, documenti, nome e passaporto, per potersi nascondere. In Colombia si era fatto una famiglia, moglie e figli. Ma la domanda del figlio gli ha aperto una prospettiva inedita: ha sentito che il suo primo dovere era quello di essere responsabile nei confronti dei figli. Allora con i soldi del suo lavoro si è comprato un biglietto aereo ed è tornato in Italia per costituirsi. La polizia era incredula, racconta lui stesso in una video intervista realizzata da Antenna tre che è andata a cercarlo nel carcere di Padova dove deve scontare tredici anni. Gli altri detenuti mi hanno detto che ero pazzo: no, i pazzi sono loro, dice. Io adesso mi sento libero anche se sono in carcere, sono libero dentro, dice. I figli non sono pezzi di carta, e adesso sono libero dentro con l’amore dei miei figli e di mia moglie.



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