Nel Sinodo sulla famiglia svoltosi dal 5 al 19 ottobre 2014 “non c’è stata censura previa, non c’è stata. Ognuno poteva, di più: doveva, dire quello che aveva nel cuore, quello che pensava sinceramente”. Lo ha detto Papa Francesco oggi durante l’udienza generale, ricordando di aver concluso il ciclo di catechesi sulla Chiesa: “Adesso iniziamo una nuova tappa, un nuovo ciclo, e il tema sarà la famiglia che si inserisce in questo tempo intermedio tra due Assemblee del Sinodo dedicate a questa realtà così importante – ha spiegato il Santo Padre – Perciò, prima di entrare nel percorso sui diversi aspetti della vita familiare, oggi desidero ripartire proprio dall’Assemblea sinodale dello scorso mese di ottobre”. Il Pontefice ha innanzitutto “chiesto ai Padri sinodali di parlare con franchezza e coraggio e di ascoltare con umiltà, dire tutto quello che avevano nel cuore, con coraggio”. Poi, dopo la Relazione iniziale del Card. Erdö, “c’è stato un primo momento, fondamentale, nel quale tutti i Padri hanno potuto parlare, e tutti hanno ascoltato. Ed era edificante quell’atteggiamento di ascolto che avevano i Padri. Un momento di grande libertà, in cui ciascuno ha esposto il suo pensiero con parresia e con fiducia”. Tutti gli interventi sono stati raccolti e così si è giunti al secondo momento, “cioè una bozza che si chiama Relazione dopo la discussione. Anche questa Relazione è stata svolta dal Cardinale Erdö, articolata in tre punti: l’ascolto del contesto e delle sfide della famiglia; lo sguardo fisso su Cristo e il Vangelo della famiglia; il confronto con le prospettive pastorali”. Su questa prima proposta di sintesi si è svolta la discussione nei gruppi, che è stato il terzo momento. Ogni gruppo alla fine del suo lavoro ha presentato una relazione, e tutte le relazioni dei gruppi sono state subito pubblicate. “Tutto è stato dato – ha detto Papa Francesco – c’era la trasparenza perché si sapesse quello che accadeva”. Il Papa ha concluso spiegando che il Sinodo “è uno spazio protetto affinché lo Spirito Santo possa operare; non c’è stato scontro tra fazioni, come in Parlamento, quello è lecito in un Parlamento, ma un confronto tra i Vescovi, che è venuto dopo un lungo lavoro di preparazione e che ora proseguirà in un altro lavoro, per il bene delle famiglie, della Chiesa e della società. E’ un processo, è il normale cammino sinodale”.