C’è una regola sempre valida nel giornalismo, dice il portavoce del Vaticano, monsignor Ciro Benedettini: “controllare le proprie fonti due volte prima di scrivere”. Una regola che a quanto pare il Corriere della sera non ha osservato. Si tratta di un articolo che ha fatto presto il giro del mondo, intitolato: “Il Papa e gli animali: il Paradiso è aperto a ogni creatura”. Articolo che aveva scatenato l’entusiasmo di molti animalisti che adesso vedevano la possibilità per il proprio cagnolino o altri animali di andare in Paradiso insieme alle anime degli esseri umani. Ma l’articolo non è stato redatto nel modo giusto, si scopre ora. La frase in questione, messa come titolo e attribuita a Bergoglio,si è scoperto ora, era stata pronunciata da Paolo VI nel 1978 e nell’articolo era riportata come elemento di colore, cioè di sottofondo, ma non era per nulla stata detta da Papa Francesco nel discorso in questione pronunciato durante una delle ultime udienze del mercoledì, a proposito della salvezza del Creato. La frase in questione, tra l’altro non ufficialmente riconosciuta o appartenente a un discorso ufficiale, è tratta da un detto diffuso negli anni, secondo il quale Paolo VI consolando un bambino che piangeva per la morte del suo cane, gli aveva detto: “un giorno rivedremo i nostri animali nell’eternità di Cristo”. E’ quanto fanno notare oggi i rappresentanti dello stesso Francesco che dunque sugli animali e il Paradiso non si è mai espresso.



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