Il 14 dicembre si celebra San Giovanni della Croce, presbitero (ma anche poeta) di nazionalità spagnola a cui si deve, tra l’altro, la fondazione dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Il santo, il cui nome di battesimo era Juan de Yepes Alvarez, nacque il 24 giugno del 1542 a Fontiveros, una cittadina situata nell’attuale comunità autonoma spagnola di Castiglia e Leon. Era figlio di Gonzalo de Yepes, rampollo dell’aristocrazia di Toledo, e di Catalina Alvarez, una tessitrice di seta: proprio per aver scelto di sposare una ragazza di umili origini, il padre del santo venne mandato via dalla casa paterna e diseredato. Purtroppo San Giovanni perse suo padre quand’era molto piccolo e la madre, che da sola doveva occuparsi del figlio, fu costretta a spostamenti molto frequenti per tutta la Spagna alla ricerca di lavoro, cosa che costrinse Giovanni a studiare in luoghi sempre differenti. Già dai primi anni di vita il santo lasciava intravedere una grande sensibilità nei confronti dei meno abbienti che spesso si manifestava con opere caritatevoli, ma non era difficile scorgere in lui anche la tendenza a rifugiarsi nella meditazione e nella preghiera. Nell’arco di tempo tra 1551 e il 1559 si formò presso il Colegio de los doctrinos di Medina del Campo, dove gli venne data non soltanto una preparazione culturale, ma anche le basi per l’esercizio della professione da artigiano: negli anni seguenti, infatti, esercitò diversi mestieri come quelli di intagliatore e falegname, finendo poi per svolgere il ruolo di aiutante infermiere presso l’Ospedale della Concezione.



A quattro anni dalla fine degli studi iniziò il suo percorso religioso entrando a far parte dei Carmelitani, domandando e ottenendo di poter osservare la severa disciplina precedentemente prevista per coloro che facevano parte dell’ordine, che era però in disuso, mentre nel 1568 finì il percorso di studi teologici e filosofici intrapreso nel 1564 presso l’Università di Salamanca. Divenne sacerdote nel 1567 e, poco tempo dopo, ebbe modo di conoscere anche Santa Teresa D’Avila, condividendo le sue idee riguardanti la riforma dell’ordine carmelitano, tanto da fondare a Valladolid, nel 1568, il primo istituto religioso delle Carmelitane Scalze; a due mesi di distanza, in quel di Duruelo, diede vita anche al primo monastero di Carmelitani Scalzi, ricoprendo poi per cinque anni (1572-1577) il ruolo di guida spirituale per i suoi confratelli. Provò poi anche l’esperienza del carcere a causa di un incidente avvenuto tra le mura del convento dell’Incarnazione di Avila, di cui fu ritenuto colpevole per sbaglio: in prigione venne maltrattato e torturato nel corpo e nello spirito, fino a quando non riuscì ad evadere (17 agosto 1578). La terribile esperienza durata quasi un anno gli ispirò comunque alcune intense riflessioni che confluirono poi in opere divenute molto famose e che contribuirono in modo considerevole a farne aumentare la fama. Altri scritti, come il “Cantico spirituale” e alcuni trattati, vennero redatti dal santo in seguito.



Non molto felice fu l’ultima parte della sua esistenza, non soltanto a causa di condizioni di salute alquanto precarie ma anche perché si ritrovò a non avere più il supporto di molti di coloro che lo avevano seguito in precedenza. Si trasferì ad Ubeda il 28 settembre del 1591 e proprio qui spirò il 14 dicembre dello stesso anno, non ancora cinquantenne. Fu beatificato nel 1675 e canonizzato il 27 dicembre del 1726. San Giovanni della Croce è oggi considerato il santo protettore di mistici e poeti.

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