Questo “sarà un Natale di dolore, col pensiero inevitabilmente rivolto a Loris”. È una frase che si è sentita spesso in questi giorni a Santa Croce Camerina, il paese di Loris, il piccolo di 8 anni ucciso il 29 novembre scorso. E in paese sono state ridotte le iniziative per queste festività. In piazza c’è anche il cacciatore che quel sabato 29 novembre ha trovato il corpo senza vita di Loris al vecchio mulino: “Ho quella scena sempre negli occhi. Non la dimenticherò mai: sogno Loris tutte le notti”, dice l’uomo. E in paese ci saranno due alberi di Natale dedicati a Loris. Uno in piazza, l’altro al vecchio mulino. Il primo, addobbato solo con le luci, davanti alla chiesa di San Giovanni Battista nella piazza principale, il secondo arricchito dai pensierini e pupazzetti, quest’ultimo nato dall’iniziativa di un amico del bambino. Tra i messaggi, in uno si legge: «Mi chiamo Loris come te, la tua storia non la dimenticheremo mai. Quando qualcuno mi chiamerà ti penseremo sempre». E ancora: «Questo Natale sarà triste per tutti i papà».



Il deputato di Scelta Civica Andrea Vecchio si è recato presso il carcere di Catania per andare a fare visita a Veronica Panarello, accusata di aver ucciso suo figlio Loris Andrea Stival, trovato senza vita il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina. “Lei si professa innocente – ha raccontato il parlamentare – non so cosa pensare. Se innocente speriamo che venga subito prosciolta, non sarebbe una conquista un innocente in galera e un assassino libero. Se è colpevole che sconti la sua pena sperando che sia trasferita in un carcere che abbia la stessa umanità che ho trovato nel carcere di Catania. Speriamo che faccia un percorso rieducativo che la metta a confronto con le realtà dure e amare della vita. L’ho lasciata, le mani tese quasi a chiedermi: portami con te. Negli occhi una grande tristezza e una speranza, la speranza che i giudici, che l’avevano trattenuta in stato di fermo ma non ancora incriminata le credessero”.



Veronica Panarello si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato da crudeltà e occultamento di cadavere: la donna continua a ripetere che vuole andare ai funerali di suo figlio Andrea Loris Stival, trovato morto il 29 novembre scorso, che però non sono ancora stati fissati. Questo perché, dalle notizie che giungono da Ragusa, la procura del luogo non ha ancora firmato il nulla osta con il quale il corpo del bambino possa tornare alla famiglia, e dunque il rito ancora non è stato programmato. Secondo quanto riportato da Ansa, domani lunedì 15 dicembre 2014, è prevista una riunione con i magistrati e il medico legale del caso, Giuseppe Iuvara, dove si deciderà il da farsi e anche il giorno in cui la salma verrà riconsegnata alla famiglia Stival.



“Combatterò fino alla fine perchè credo nell’innocenza di Veronica Panarello”. A parlare è Francesco Villardita, avvocato della donna accusata di aver ucciso suo figlio di otto anni, Loris Andrea Stival, trovato senza vita il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina (Ragusa). “Battaglierò con mani, piedi e denti, anche perchè ho ricevuto molti messaggi di solidarietà per lei – ha aggiunto il legale – Non credo che l’opinione pubblica l’abbia già condannata, anzi. Secondo me c’è un’Italia divisa tra colpevolisti e innocentisti”.

“Il male non avrà l’ultima parola su di noi. Ma anche noi siamo chiamati a portare la gioia, come fa Dio con noi”. Lo ha detto questa mattina don Flavio, il viceparroco della chiesa San Giovanni Battista di Santa Croce Camerina, il comune in provincia di Ragusa dove il 29 novembre scorso è stato trovato il corpo di Loris Andrea Stival. “Chi ha avuto paura del buio alzi la mano – ha aggiunto il sacerdote durante l’omelia di questa domenica – Non è il buio che ci fa paura, perchè conosco signore che ancora a 30 anni dormono con la luce accesa, ma ci fa paura essere soli e non protetti. Noi – ha poi concluso don Flavio – abbiamo bisogno del sorriso dei bambini, non sapete quanta forza dà”.

Spuntano intercettazioni telefoniche, tra il padre del marito di Veronica Panarello, e il figlio. Il nonno di Loris dice che Veronica aveva in macchina il bambino e non sapeva dove andarlo a buttare. In un’altra intercettazione tra la bisnonna e la nonna di Loris, quest’ultima dice alla madre: “Che ne so perché l’ha ucciso ho l’impressione che l’abbia fatto perché Loris assomiglia a me”. Intercettazioni che sembrano voler dire che i familiari della donna sapessero tutto e siano consapevoli che sia una assassina, anche se la nonna di Loris suggerisce che non possa aver fatto tutto da sola, che abbia avuto un complice.

“Voglio andare al funerale di mio figlio”, sono queste la parole di Veronica Panarello, rinchiusa nel carcere di piazza Lanza a Catania, che supplica i familiari di non abbandonarla. La donna è accusata dell’omicidio di suo figlio Loris, avvenuto il 29 novembre scorso. Intanto la sua versione dei fatti, viene smentita dalla ricostruzione fatta dal marito agli inquirenti. A Davide Stival sono state mostrate le immagini delle videocamere di Santa Croce Camerina: “Quella sagoma potrebbe essere di mio figlio Loris”. La prima immagine mostrata al papà di Loris è l’ultima che lo ritrae in vita, è quella del piccolo che rientra a casa alle 8.30. La madre dice di averlo portato a scuola, mentre il suo avvocato afferma che le sagome che si vedono nelle immagini non sono riconoscibili. Davide invece non ha dubbi: “Nell’immagine che mi ponete, che riporta le sagome compatibili alla mia famiglia, riconoscono mia moglie e i miei due figli. La sagoma che ritorna verso l’ingresso dello stabile è compatibile con quella di Loris”. Quindi gli vengono mostrate le immagini dell’auto che compie un tragitto diverso da quello affermato dalla moglie. Lui risponde: «Riconosco l’auto, su una via non compatibile col percorso solitamente effettuato per accompagnare Loris a scuola» e commenta che può affermare con certezza che il tragitto era sempre uguale. La terza immagine mostrata è quella della Polo che entra nel garage. Anche in questo caso smonta l’alibi della moglie. «La maggior parte delle volte vi parcheggiavo la mia auto perché più nuova, mentre lei lo faceva raramente e solamente quando pioveva o nel caso in cui non trovava parcheggio nei dintorni». Il gip scrive che quella mattina c’era un posto disponibile davanti all’abitazione. Su questo punto, scrive il gip, la donna fornisce una spiegazione “per nulla convincente”, sostenendo di aver perso le chiavi da alcuni mesi, mentre è ancora il marito a fornire una spiegazione, intercettato mentre parla con i familiari, avanzando un’altra ipotesi: «Ora mi sta venendo in mente…perché lei ha un altro mazzo di chiavi dentro la macchina, dove ci sarà quella del garage…quindi lei gli ha dato le chiavi (a Loris, ndr) che erano dentro la macchina…e se ne è salito…infatti lei quando poi doveva entrare nel garage non la poteva aprire la porta perché non aveva le chiavi…». Anche sulla questione delle forbicine, Davide smentisce Veronica, sostenendo che di solito stavano custodite in bagno, mentre le forbicine che potrebbero essere state utilizzate per tagliare la fascetta con cui il bimbo è stato strangolato, sono state sequestrate nella camera dei bambini. Le stesse fascette, arma del delitto, che secondo la Procura sono compatibili per dimensione e forma, con le fascette stringicavo presenti nell’abitazione della Panarello e da lei consegnate alle maestre. (Serena Marotta)