Il 15 dicembre è il giorno nel quale si celebra San Valeriano, storico vescovo di Avensano del quale si sa poco o nulla. La vita di San Valeriano è tutta avvolta nel mistero e di lui non conosciamo quasi niente. Non possiamo quindi fare altro che cercare di raccogliere alcune informazioni inerenti alla sua esistenza da ciò che ci è rimasto nel Martirologio Romano. Valeriano dovrebbe essere vissuto nel corso del V secolo e era vescovo dell’antica diocesi di Avensano, una città corrispondente all’attuale Bordj-Hamdouna. Si tratta di una città situata nell’Africa Proconsolare, che faceva parte della storica Arcidiocesi di Cartagine. Si trovava in un territorio corrispondente all’odierna Tunisia e Valeriano è stato l’unico vescovo di quel periodo del quale ci è rimasta una vaga conoscenza, insieme a Fortunato, colui che lo ha preceduto. La vicenda che ci porta a San Valeriano riguarda le persecuzioni di Genserico, sovrano della tribù dei Vandali. Vissuto a cavallo tra due secoli, Genserico riuscì a conquistare buona parte dell’Africa conosciuta fino a quel periodo e a consolidare la forza del proprio regno. Fu uno dei responsabili del Sacco di Roma, con il quale la città eterna venne assediata e saccheggiata da una tribù formata, per l’appunto, da popolazioni vandale. Il Palazzo Imperiale perse ogni tipo di ricchezza e buona parte dei cittadini romani fu rapita e condotta presso Cartagine. Inoltre, Genserico ebbe numerosi contrasti con l’Impero Romano, che portarono alla nascita di numerosi conflitti. Ed è proprio durante la persecuzione dei Vandali contro i Romani che le vite di re Genserico e di San Valeriano trovarono il loro punto di incontro. Infatti, in una situazione alquanto complicata, Genserico cercò di obbligare Valeriano a consegnargli tutti gli arredi sacri, simbolo del potere della Chiesa. Il futuro Santo si rifiutò con fermezza e perseveranza, e per il sovrano un atto del genere rappresentò un oltraggio che poteva non restare impunito. Per questa motivazione, San Valeriano di Avensano venne espulso dalla propria città ed esiliato insieme ad altri otto vescovi provenienti dall’Africa Settentrionale. Ma non solo: il re Genserico ordinò ad ogni singolo cittadino di rifiutarsi di offrirgli ospitalità, sia nella propria casa che tra i campi aperti. Queste peripezie non fermarono la missione cristiana di San Valeriano, che continuò a testimoniare la propria fede in giro per le strade e decise di vivere a cielo aperto. Una vita tutta basata sulla confessione della propria religione e su una fede incrollabile, che nessuna persecuzione avrebbe mai potuto ostacolare. Simbolo di temperanza e di umiltà, San Valeriano morì a più di ottanta anni di età nel corso di uno dei suoi pellegrinaggi.



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