“La sera prima che Loris scomparisse, Veronica non volle che io salissi a casa sua. E quando venne da me, con lei c’era solo il figlio più piccolo”. A parlare è Claudia Givatto, vicina di casa e buona amica di Veronica Panarello, la donna accusata di aver ucciso il figlio di otto anni, Loris Andrea Stival. Quel venerdì sera, racconta la donna in una intervista esclusiva rilasciata al settimanale Oggi, “Veronica era rimasta senza latte, così mi telefonò per chiedermi se io ne avessi un litro in più e le dissi di sì. A casa c’ero io, c’erano i miei figli: te lo portiamo noi, dissi. Ma lei, che pure era sola con due bambini, non volle, era irremovibile. Quando venne a casa mia col piccolo, Loris non c’era”. Quindi oggi la vicina di casa si chiede: “Perché ha insistito così tanto a non farci salire da lei? Dov’era Loris? C’era qualcosa che non dovevamo vedere?”.
Sono tre le ipotesi del delitto del piccolo Loris Stival, il bambino di otto anni ucciso il 29 novembre a Santa Croce Camerina. A spiegarle è il procuratore di Ragusa, Carmelo Petralia, le cui parole sono riportate da La Repubblica: “Ipotesi A, sia fase volitiva che esecutiva del delitto ed anche quella dell’occultamento del cadavere interamente riconducibile alla condotta della signora. Ipotesi B, in cui sia la fase volitiva che esecutiva siano riconducibili alla signora e vi sia un intervento, quindi sotto il profilo di concorso nel reato nella fase di occultamento, con qualcuno che avrebbe potuto aiutarla. Ipotesi C, una partecipazione di altri o altro soggetto sia alla fase volitiva, sia a quella esecutiva ed anche all’occultamento”. Secondo Petralia, il movente dell’omicidio “è quello che è stato consacrato nella ordinanza di custodia cautelare e va ricercato in un profondo stato di disagio psicologico della signora Veronica Panarello, disagio che risale ad epoche lontane e che però ha avuto esplicazioni anche in epoche recenti”.
“Io devo credere a quello che mi dicono gli inquirenti. Quella che si vede nei filmati è la macchina di mia moglie: ma se sia stata lei, non lo so”. A parlare è Davide Stival, marito di Veronica Panarello, la donna accusata di aver ucciso il figlio Loris la mattina del 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina (Ragusa). L’uomo, intervistato dal Corriere della Sera, ricorda che quel sabato mattina, “o forse la sera prima”, il piccolo era stato anche premiato dalla mamma per un bel voto preso in storia: “Gli aveva dato due euro per comprarsi una carta del Dragon Ball. Sapete, le figurine? Era arrivato a 99, quella sarebbe stata la sua centesima carta da collezione”, dice Davide. E poi Veronica “era bravissima in casa: a noi tutti, a me e ai due bambini, non ci ha mai fatto mancare niente. Si occupava lei di tutto, pagava le bollette, le stanze sempre in ordine, i bimbi a scuola sempre pulitissimi, la spesa fatta, il pranzo pronto”. Le immagini riprese dalle telecamere di sicurezza mostrano però la sua auto: “Di sicuro quella che si vede è la macchina di mia moglie, ma il resto sono ombre di difficile interpretazione – spiega il marito della donna nell’intervista al Corriere della Sera – Sagome compatibili, ma non più di questo. Lorys s’intuisce che rientri a casa, quella mattina. Ma non si vede chiaramente che è lui”. Adesso si avvicina il giorno dei funerali: “Non sappiamo ancora quando sarà. Vorremmo chiedere però a tutti i giornalisti e a tutte le televisioni di rispettare il nostro dolore e non entrare in chiesa. Per favore, lasciateci soli”.