La comunicazione è una brutta bestia: c’è chi ci vive e chi non ci pensa manco morto. E questi sono i campioni del cibo e del vino di mezza Italia, sicuri che basti la qualità, il resto son balle (e pazienza se il forestiero che viene in Italia non sa decifrare neppure l’oggetto). L’Expo è alle porte ma pochi si chiedono come fare. La società Explora offre un servizio di traduzione in 9 lingue a chi vuole far parte dei club di prodotto del cibo e del vino, ma il primo atteggiamento è sempre la diffidenza. Quando capiterà un’altra occasione del genere per rappresentarsi al mondo? Ora, se questa è la fauna del popolo del gusto, arretrata in comunicazione ma campione di qualità, c’è poi il mondo di chi di comunicazione ci vive. Ed io faccio parte di questo: 53 anni ancora per poco, da 29 anni sul pezzo: buone collaborazioni, una certa soddisfazione. Eppure mi manca qualcosa, anzi, più passa il tempo più mi sento inadeguato. Può essere? Colpa dei social? No, non è quello: la colpa semmai è di quelle poche cose certe che uno ha del proprio mestiere e che non è poi capace di rimettere in discussione.
E ricordo quando anni fa mi affidarono per due anni una rubrica televisiva sul vino: tre minuti a presentare un vino. Il giorno dopo mi chiamava l’autore per mostrarmi i grafici degli ascolti: scendevano quando parlavo io. E ci credo: quello che c’era dentro il bicchiere lo assaggiavo solo io? Per far salire quei grafici ho dovuto impegnarmi, cambiare modo di comunicare, insomma ho dovuto adeguarmi al mezzo. Quando poi i grafici sono saliti… bè, quella è un’altra storia: hanno creato una trasmissione sul vino, che faceva marchette per aziende paganti. Era una proposta indecente per me; è stata un’indecenza il fatto che poi quella trasmissione sia stata dimenticata, cancellata. Della serie: prendi i soldi e scappa.
Ma al di là di questo episodio, da un mese a questa parte ho deciso di confrontarmi sulla rete, quotidianamente, con il portale www.ilgolosario.it. Ci sono io, c’è il mio amico Marco Gatti, e intorno una redazione di 7 ragazzi, giovanissimi. Ora, nel primo mese abbiamo caricato un sacco di cose curiose, fra ristoranti, vini e cantine, prodotti, negozi, ma anche video, ricette e notizie di attualità. Abbiamo scoperto nuovi talenti, che sulle guide vedremo, se li vedremo, fra 12 mesi. Insomma ci stiamo impegnando parecchio salvo poi vedersi arrivare alla sera il solito grafico della verità.
E la verità è che gli articoli più letti e quindi apprezzati, non sono quelli che pensi tu. Non è la trattoria di Milano, o la gastronomia di grido… niente di tutto questo. Al primo posto c’è un locale che ha scoperto mio figlio, 24 anni, tanti quanti ne avevo io quando ho incominciato. I Mangiari di strada a Milano, scritto da lui (è laureato in Scienza della Comunicazione) è stato letto da centinaia di persone. Che dire? Ha centrato l’argomento, certo, ma anche lo ha descritto con una freschezza che è ben diversa dal mio schema mentale. A consolarmi il fatto che il secondo articolo più letto è stato quello di Marco Gatti: il Gandulin di Belgioioso (Pavia). Ma Marcolino ci ha superati ancora con la Locanda del Bel Respiro ad Agazzano, nella campagna piacentina, dove tre donne amiche tirano la pasta e servono i tortelli con la coda e i migliori pissarei e fasò dell’anno.
A Roma è piaciuto a molti sapere che davanti alla torre Traiana c’è l’Enoteca Provinciale, che oggi serve piatti eccellenti della cucina romana a prezzi felici. E sono ragazzi. Ma chi pensava che a Parabiago ci fosse un posto dove mangiare bene, seduti fra le colonne di un locale del 600, bevendo le migliori birre del mondo? Questo l’ho trovato io: Piaceri&Pasticci, mentre Alessandro ha scoperto la Filanda del pesto. E che dire della Drogheria Milanese di via Conca del Naviglio? Uno schianto di gusto. Ma c’è anche il peperoncino venduto nel borsellino da Rita Salvadori di Bibbona, che coltiva 29.000 piante di peperoncino biodinamico, e il limone sfurzato di Favazzìna, mentre a Cavour Silvio Brarda vende il bollito misto per a porter. Ne vedremo delle belle. Ma come avete capito, dopo il rilassamento del giornalista arrivato, questo portale che mi tormenta ogni giorno mi ha obbligato a rimettermi in gara. E stavolta, davvero, non so se sarò capace di vincere ancora una buona posizione.