E’ scattata l’azione repressiva verso i militanti del gruppo “Avanguardia ordinovista”, estremisti della destra fascista, seguaci di un vecchio capo, teorico e carismatico, Rutilio “Sermonti”, 94 anni. Che in suo celebre discorso di incitamento alla lotta armata arriva a dire “voglio morire avendo visto quel lampo di luce” che solo l’azione coraggiosa di alcuni può produrre. Per spiegare ha fatto l’esempio del 1918, quando nacquero gli Arditi, che furono il segnale dell’attacco del fascismo alla corrotta democrazia italiana.
Ha raccolto questo appello Stefano Manni, 48 anni, di Ascoli Piceno, che ha dato vita a un movimento presente in più di venti città italiane, da l’Aquila a Torino, sino a Milano. Il movimento è stato infiltrato dai carabinieri del nucleo antiterrorismo documentando l’acquisto di armi in Slovenia e la progettazione di attacchi in contemporanea, per colpire una decina di politici importanti ma privi di scorta e altrettante sedi di Equitalia. L’azione era stata pensata per rendere evidente che è necessario l’attacco allo Stato così come è oggi. E’ una critica irriducibile alla democrazia e vuole suggerire soluzioni autoritarie. Il progetto prevedeva poi di presentarsi alle elezioni e dunque di infiltrarsi nella destra istituzionale. Obiettivo: destabilizzare l’ordine costituito e rendere evidente che un nuovo ordine è necessario, un ordine fondato sulla visione dell’ideologia fascista.
In tutto 44 indagati, di cui 14 arrestati, 11 in carcere e 3 gli arresti domiciliari.
Attenzione: siamo in un tempo strano di crisi non solo produttiva e finanziaria, siamo anche in una profonda crisi di orientamenti, per cui i guerriglieri dei no-TAV, che hanno bruciato e distrutto macchinari dei cantieri della linea di alta velocità in costruzione nella val di Susa sono stati dichiarati non terroristi e dunque condannati solo per danneggiamenti. Mentre questi neo-fascisti sono sotto la falce dell’antiterrorismo perché il teorema lo dice. Ma anche a Roma, nell’indagine “mafia-capitale”, il teorema inizia dalla origine di destra del Carminati.
Un teorema giudiziario, di cui abbiamo fatto esperienza negli anni ottanta contro il terrorismo rosso, si fonda sulla connessione meccanica di parole e fatti per cui spesso le sole parole sono considerate fatti. Ne consegue che nel tempo i sistemi di giudizio si debbono adeguare alle prove e i teoremi si sgonfiano.
Detto questo resta da valutare il fenomeno di movimento, dunque di appartenenza con tutti i rischi connessi. Cosa cercano queste persone?
Vorrei spiegarmi in modo comprensibile per i giovani di oggi, che non hanno mai conosciuto il secolo delle ideologie e non sanno cosa sono comunisti e fascisti. E’ veramente misterioso e incomprensibile che esistano ancora seguaci estremi di ideologie fallimentari, per le quali si è disposti a morire.
Si deve partire dalla natura umana, dal bisogno di ideali, dalla costruzione di alternative alla religione, mettendo il cambiamento del mondo al centro del progetto politico e ideale. Le ideologie sono nate dopo l’illuminismo, che ha fondato il luogo della coscienza nella parte illuminata delle persone più colte e privilegiate. Da questi illuminati sono venute la teorie sociali, ovvero le grandi spiegazioni di come funziona il mondo, e di conseguenza le ideologie, come schemi completi di orientamento da dare alla vita umana. Totalitari, ovvero convinti che bisogna giungere ad un sistema imposto a tutti nella vita degli uomini.
Detto così non si spiegano le migliaia di seguaci. Ma bisogna immergersi nel bisogno di scopo esistenziale, senza Dio, oppure con un Dio inventato, ma sempre per dare scopo alla propria vita. Da dopo la prima Guerra Mondiale il fenomeno dello scontro fra fascismo e comunismo ha caratterizzato un secolo di vicende storiche. Posso assicurare che c’era passione ed entusiasmo, la vita sembrava avere gusto e i progetti sembravano buoni. Ma l’esperienza ha mostrato la violenza terribile che consegue alla pretesa di imporre un modello alla vita comune degli esseri umani.
Dopo il fallimento storico le ideologie si sono progressivamente scarnificate, ne restano solo seguaci romantici, che sopravvivono solo perché si sono collocati da parte, in una vita asociale, parallela alla società esistente ma non partecipe di essa.
Incontrare questi seguaci può essere una sorpresa per un giovane di oggi, come se fosse l’incontro con una sorta di eroi mitici. Ma un giovane deve porsi la domanda di scopo del vivere lasciando aperta la libertà delle culture e dei percorsi di tanti popoli e associazioni. Questo è il problema di oggi: convivere con i tanti volti dell’umanità, senza pretendere omologazione, ma anche senza precipitare di nuovo nei fanatismi ideologici.
Questa nuova destra eversiva è un pericolo per la democrazia italiana, tanto quanto sono un pericolo i soliti violenti della sinistra antagonista. Quando ne incontri dei seguaci a scuola, fra gli amici, ti viene da dire che sono astratti e superficiali, ma si deve tener conto dello schematismo, quella rigidità di posizione che si vede per esempio in quelli che anche oggi lottano contro la scuola privata o per la salvaguardia dell’art. 18, questo schematismo non bada ai fatti, non legge le crisi presenti e non cerca il modo di produrre positività, costruzione sociale.
Ecco dunque la questione: l’estremizzazione della critica sociale è una eredità vecchia, produce fuga dai fatti reali, mentre serve tanto lo stare nella realtà, assumersi la responsabilità di lavorare per il bene comune, con passione ideale. I giovani di oggi capiscono questo?