«Stasi va assolto perché non ha commesso il fatto. Non ci sono prove». Lo ha dichiarato il professor Angelo Giarda in aula dopo le oltre nove ore di arringa condotta con l’avvocato Giuseppe Colli ieri a Milano nel corso del processo “bis” per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli, a Garlasco. Per l’omicidio l’accusa ha chiesto 30 anni di carcere per omicidio volontario aggravato dalla crudeltà a carico di Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima. Gli avvocati di Stasi hanno contestato, in particolare, la nuova perizia sulla cosiddetta camminata di Stasi, esame che ha stabilito che sia impossibile che al momento del ritrovamento del cadavere il giovane non si sia sporcato le suole delle scarpe di sangue. Poi l’attenzione si è spostata sulla sostituzione dei pedali della bici bordeaux, i legali hanno definito questa ipotesi “assurda, senza senso: perché allora non disfarsi direttamente della bicicletta?”. Quindi si è parlato dei presunti graffi che sarebbero stati notati dai carabinieri della stazione di Garlasco sul braccio del ragazzo: “nessuno ha provveduto a fotografarli perché sono inesistenti”, hanno affermato i legali. Intanto il sostituto pg Laura Barbaini ha presentato tre memorie. La prima è quella che riguarda le perizie sulla golf di Stasi: se i fatti quella mattina del 13 agosto si fossero svolti come ha affermato il ragazzo, durante il tragitto tra la casa di Chiara e la caserma dei carabinieri i tappetini si sarebbero dovuti macchiare di sangue. Secondo il pg il killer di Chiara si ripulì le mani in bagno: «Essendo Chiara il principale fruitore del bagno – afferma il pg – ci si aspetterebbe di rinvenire le impronte di Chiara in numero consistente e pochi contatti relativi a Stasi che invece è fruitore occasionale. L’assenza di impronte di Chiara Poggi e la presenza del dna della stessa sul dispenser conducono inevitabilmente alla conclusione che il dispenser sia stato oggetto di un’opera di pulizia da parte dell’assassino». La terza memoria mostra invece le immagini della scena del delitto: il volto di Chiara è quasi completamente coperto di sangue delle ferite. Al contrario di quanto aveva affermato Stasi: «La parte destra non era coperta da sangue né tantomeno da capelli, anzi preciso che constatavo il colore nitido della sua pelle che era chiaro». Per il pg Stasi ha raccontato la scena che ha visto nelle prime ore del mattino, e non all’una e dopo una mattinata di studio, ma la scena che solo il killer può avere visto. (Serena Marotta)