Le reliquie di San Nicola, il Santo che la Chiesa celebra oggi 6 dicembre, sono state trasportate a Bari nell’anno 1087 d.C., dopo che erano state conservate nella Cattedrale di Myra per lungo tempo. La città pugliese ricorda ogni anno la celebrazione del Santo esponendo sull’altere della Chiesa principale la statua a lui dedicata. Come riporta anche La Gazzetta del Mezzogiorno, sono moltissimi i fedeli che giungono a visitarla in occasione del 6 dicembre: nel luogo sacro è programmata, inoltre, una notte di veglia che comincia alle 21.00 della sera prima e termina con il concludersi della giornata in cui il Santo viene ricordato. Alle 5 del mattino c’è la prima messa e ogni anno, tutti i cittadini di Bari, si riuniscono sfidando il freddo invernale della notte. A seguire, è ancora ricchissima la giornata in occasione della festa di San Nicola: si celebrerà una messa all’ora dalle 6.00 del mattino in poi, per terminare alle 13.00, per il pranzo. Alle 17.30 è prevista la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Joao Braz de Aviz, alle 18.30 il gesto della consegna delle chiavi della città al Santo da parte del sindaco, in segno di richiesta di protezione. Dalle 19.00, infine, partirà la processione per le vie di Bari e alle 20.30 si concluderà con una festa e fuochi d’artificio.
Il 6 dicembre si ricorda San Nicola. San Nicola di Bari nasce a Patara di Licia nel 270 circa e muore a Myra il 6 dicembre del 343, è conosciuto anche con il nome di San Nicola di Myra, San Nicola Magno. Viene venerato come santo dai cattolici e dagli ortodossi. San Nicola fu vescovo di Myra, oggi conosciuta come Demre, in Licia, che si trova in Turchia. E’ tra i santi più conosciuti del mondo, visto che ha dato nascita al mito di Babbo Natale, che nella maggior parte del mondo è conosciuto come Santa Claus, letteralmente San Nicola. Le sue reliquie si trovano a Bari, Venezia, Bucarest e in Bulgaria a Cernomoretz. Non si ha una data certa sulla sua nascita ma nacque tra il 261 e il 280 da Epifanio e Giovanna. Cresce in un ambiente cristiano ed, essendo di famiglia di ceto sociale alto, in un ambiente ricco. I genitori gli morirono presto ed ereditò un ricco patrimonio così che lascio Patara di licia e si trasferì a Myra dove divenne sacerdote. Alla morte del vescovo di Myra, venne proclamato dal popolo come nuovo vescovo della città. Nel 305 fu imprigionato da Diocleziano durante le persecuzioni, per essere liberato poi 8 anni dopo, nel 313, da Costantino per riprendere il suo ruolo di vescovo. Si dice che abbia preso parte nel 325 al Concilio di Nicea e, sempre secondo una leggenda, avrebbe condannato l’ arianesimo e avrebbe anche, in un momento d’ impeto, preso a schiaffi Ario. Riuscì a ottenere durante la peste, dei rifornimenti e la riduzione delle tasse dall’ imperatore. Degli scritti confermerebbero la fede radicata nei principi dell’ ortodossia cattolica. San Nicola morì il 6 dicembre del 343.
Il culto di San Nicola si diffuse prima in Asia minore, difatti, nel VI secolo, a Costantinopoli, erano 25 le chiese dedicate al santo. Tramite i pellegrinaggi alla sua tomba a Myra e numerose scritture, lo resero progressivamente venerato in occidente, portandolo a diventare, in questo modo, uno dei santi più popolari nel medioevo anche grazie, a leggende legate a lui in cui avrebbe aiutato molti poveri. Una leggenda narra che, San Nicola, venuto a sapere che un ricco uomo caduto in rovina, voleva avviare alla prostituzione le sue tre figlie perché non era più in grado di maritarle degnamente, mise del denaro in un panno e lo gettò nella casa dell’ uomo per 3 notti di fila cosi da poter maritare le figlie. Anche per questo, San Nicola, è venerato come protettore dei bambini. Ora San Nicola è patrono di Lungro e viene festeggiato il 6 dicembre ed il 9 maggio. Le sue spoglie sono state deposte, fino al 1087, nella cattedrale di Myra, fino a quando, una spedizione barese, raggiunse Myra e si impadronì della metà dello scheletro del santo, portando a bari il 9 maggio 1087. Anche Venezia, arrivata a Myra, riuscì a impadronirsi di molti frammenti ossei che i baresi non riuscirono a prelevare. Il suo emblema è il bastone pastorale, dovuto al suo vescovato e simbolo dello stesso ordine, e tre sacchi di monete, per via della leggende delle doti alle tre fanciulle.