A poche ore dal passo indietro fatto da Silvia Gazzetti, uno dei due avvocati di Massimo Bossetti che ha rinunciato alla difesa del carpentiere accusato di aver ucciso Yara Gambirasio, parla l’altro legale, Claudio Salvagni: “Mi ha sempre detto che non conosceva la bambina; se dal suo cellulare spuntasse un’inequivocabile foto di loro due insieme, avrei la prova che mi ha mentito”, dice in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. “Se non mi fornisse una spiegazione convincente non avrei problemi a rimettere il mandato”. Il muratore, in carcere dal 16 giugno scorso, continua comunque a dichiararsi innocente: “Mi ha dato modo di credergli. Ha tentato in tutti i modi di ricostruire la sua vita”, spiega ancora Salvagni, secondo cui su Bossetti “hanno fatto pressioni intollerabili”: “Basti pensare al tweet di Alfano sul fermo. Mancavano solo il sigillo e la firma, e c’era già la sentenza. Ci si aspettava che il giorno dopo Bossetti avrebbe confessato, invece il meccanismo si è inceppato”. Al momento, fa sapere l’avvocato, “il criminologo sta svolgendo investigazioni interessanti. Abbiamo due ipotesi sul movente e sul contesto del delitto che portano altrove rispetto a Bossetti”. Salvagni non fornisce però ulteriori dettagli, tornando infine sulla prova del Dna: “È un indizio che si deve incastrare con gli altri, neutri per il Tribunale. Non si può condannare sulla sola base del Dna”.