I cittadini altoatesini hanno bocciato la nuova legge sulla democrazia diretta approvata nel giugno dell’anno scorso. Al referendum che si è tenuto nella giornata di ieri ha vinto nettamente il fronte del “no” con il 65,1%, quindi l’Alto Adige ritorna ufficialmente alla legge precedente, quella del 2005. Questo il quesito che i cittadini hanno trovato sulla scheda elettorale: “Approvate il testo della legge concernente Partecipazione civica in Alto Adige, approvata dal Consiglio provinciale il 6 giugno 2013 e pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 26 del 25 giugno 2013?”. Non era previsto alcun quorum, quindi l’esito delle urne è da considerare valido anche se si è recato al voto appena il 26,4% degli aventi diritto. I maggiori “no” si sono registrati a Bolzano (85,2%), mentre hanno votato soprattutto per il “sì” nel comprensorio Salto-Sciliar. La nuova legge su cui si è votato e che è stata bocciata, proposta da Svp, prevedeva la possibilità di voto referendario abrogativo su leggi e propositivo non solo su proposte di legge, ma anche su delibere della Giunta e semplici proposte, realizzabile con 8mila firma da raccogliere entro sei mesi e altre 26mila da raccogliere entro due mesi, anche online. Il voto si sarebbe poi svolto senza bisogno di quorum. La legge che invece rimane in vigore prevede il voto referendario abrogativo su leggi e propositivo su proposte di legge con 13mila firme da raccogliere entro tre mesi e un quorum del 40%.



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