Nella giornata dell’11 febbraio la Chiesa celebra tra i numero santi anche Santa Elisa (o Eloisa). Nata in una famiglia nobile della Francia, religiosa e devota, la santa visse attorno al 1000 d.C., manifestando già in giovane età la sua predisposizione a vivere la sua esistenza all’insegna dei principi cristiani che così ferventemente le erano stati insegnati dai genitori. Era solo una giovanetta quando divenne moglie del conte Ugo di Meulan, da tutti conosciuto come Testa d’Orsa, che però morì quando lei era ancora molto giovane. Così, nel rispetto degli insegnamenti religiosi dei quali si era nutrita sin da piccola, animata da una sincera devozione e preoccupazione per il prossimo, Elisa decise di destinare una gran parte degli averi lasciati a lei dal marito a un’abbazia dei Benedettini che faceva parte della diocesi di Chartres, quella di Coulombs. Nel 1033, infatti, come testimonia l’atto di donazione stilato all’epoca, la santa cedette all’abate Berengario due chiese, quelle di Lainville e di Montreuil-sur-Epte, donando all’abbazia anche una parte delle terre unite ad esse e quindi anche il diritto a percepire le rendite che ne derivavano.Dopo essersi sposata nuovamente, e dopo essere rimasta vedova ancora una volta, probabilmente provata dai due lutti avvenuti a poca distanza di anni l’uno dall’altro, cominciò a maturare in Elisa il desiderio di allontanarsi definitivamente dalla vita mondana: per mettere in atto il suo intento scelse dunque di dedicarsi interamente alla vita religiosa, ritirandosi nella stessa abbazia a cui, tempo prima, aveva donato tutti i beni che aveva ereditato dopo la morte del primo marito. Ad essa fece altre donazioni, cedendo la chiesa di Anthieux con tutte le terre annesse, senza avere esitazioni nemmeno di fronte ai potenziali eredi delle proprietà, i figli di suo fratello. Dopo la dipartita della santa, però, uno dei nipoti rivendicherà i suoi diritti sulle terre donate all’abbazia, e cercherà di farli valere usando la forza, attraverso la loro occupazione.
Da questo momento in poi, Elisa trascorse la sua esistenza terrena all’interno di una cella piccolissima, costruita per volere suo; qui rimase fino al momento della sua dipartita, avvenuta probabilmente precedentemente all’anno 1060. Dalla lettura dell’Obituario di Chartres, si può evincere che, in realtà, la santa passò a miglior vita nella giornata dell’8 gennaio, anche se invece, secondo il Mabillon, Elisa morì il 10 febbraio. Della sua sepoltura, purtroppo, non si ebbero più tracce a partire dal Seicento, anche se, fortunatamente, lo scheletro del suo cranio si è conservato rimanendo all’interno del luogo in cui è custodito il tesoro appartenente all’abbazia di Coulombs, dove sono peraltro contenute anche molte altre importanti reliquie.