Carini, provincia di Palermo. Dal paese della leggendaria baronessa resa fantasma inquieto dal tradimento e dal sangue, ci arriva una storia incredibile, molto prossima alle favole che coinvolgono l’aldilà. Una donna di 68 anni, deceduta con attestato multiplo dei medici, viene vegliata da sei giorni dai familiari, che si rifiutano di seppellirla. Non paiono necrofili, semplicemente non credono che la madre sia morta. Non sembrano neanche matti: perché davvero, quella donna, non presenta alcun segno di morte. Non ci sono indizi di decomposizione, e soprattutto non c’è il rigor mortis, fenomeno inevitabile e necessario di irrigidimento muscolare che segue il blocco della circolazione. Il sindaco, scocciato dal clamore della vicenda, dichiara che non esclude un’ordinanza per dare sepoltura e pace alla sua cittadina. Quanta fretta! Se davvero il corpo è intatto e addirittura non ha alterato la temperatura, come asseriscono i figli, e non più solo loro, tocca lasciare a loro il tempo di pregare, e agli scienziati di indagare, di cercare spiegazioni. Se invece la porta di casa è sbarrata, i familiari vietano le visite e gli accertamenti, irrompere e sequestrare il cadavere, benchè cruenta, potrebbe essere azione lecita, a tutela della sanità pubblica.
Ma qui ci interessa dell’altro. Primo, l’attaccamento di quei parenti al corpo della loro congiunta. Atteggiamento, pratica, rituale che connota fin dagli albori quell’emergere del fattore uomo da cui traiamo i primi segnali di civiltà. L’estremo saluto, l’onore, di quella veste che abbiamo visto, toccato, abbracciato per tutti gli anni della sua presenza in terra, e a cui restiamo legati, chè l’anima vola in cielo, ma il corpo ce l’ha pure dato il buon Dio, e se ha promesso la sua resurrezione vorrà pur dire che contava qualcosa. Il Cristianesimo è veramente materialista, nel senso più nobile del termine: cioè antispiritualista, se lo spirito diventa un’evanescente aleggiare che rifugge la carnalità, le sue impurità, le sue sacrosante debolezze. Guai alla ricerca della purezza, si finisce per immolarsi o immolare su un rogo, per purificare del tutto.
Secondo, attenzione ad affermazioni spicce sugli stati vegetativi, a siglare con sigilli tombali la vita umana, quando non ci appare più tale. Se perfino una morta reale, riconosciuta con tutti i crismi, sacri e profani, riesce a sconvolgere la nostra percezione sensoriale, a far trapelare il mistero. Naturalmente i familiari della trapassata cominciano a sussurrare la parola miracolo. Non sarà, ma se non è truffa, l’inquietudine che il volto imperturbabile, intatto, la pelle tiepida di questa donna suscitano, diventa uno spiffero, un piccolo ma prepotente varco. Chissà, che non ci tocchi pensare sul serio, alla morte, e crederci davvero, che è soltanto un passaggio, una sorta di lungo, profondo riposo.