Come annunciato, si è tenuto oggi l’incontro di papa Francesco con 30mila fidanzati in piazza San Pietro in occasione della festa di San Valentino. Coppie in attesa di sposarsi sono giunte da tutto il mondo per incontrare il pontefice, il quale ha ricordato loro come il matrimonio sia “un lavoro artigianale di tutti i giorni”: “Il marito ha il compito di fare più donna la moglie e la moglie ha il compito di fare più uomo il marito. Crescere anche in umanità. Questo si chiama crescere insieme. Ma questo non viene dall’aria, il Signore benedice, ma viene dalle vostre mani, dai vostri atteggiamenti, procurare che l’altro cresca, lavorare per questo. E i figli avranno questa eredità di avere un papà e una mamma che sono cresciuti insieme facendosi uno all’altro più uomo e più donna”. Il Papa ha poi ricordato ai fidanzati che non bisogna lasciarsi vincere dalla cultura del provvisorio: l’amore non è solo un sentimento, ma è una relazione, ha detto. Non bisogna avere paura del sempre, ha aggiunto. Una delle tre domande che tre coppie gli hanno rivolto era infatti incentrata sulla paura di impegnassi per sempre: “Oggi tante persone hanno paura di fare scelte definitive, per tutta la vita, sembra impossibile… E questa mentalità porta tanti che si preparano al matrimonio a dire: “stiamo insieme finché dura l’amore”. L’amore, ha detto Bergoglio, “è una relazione, una realtà che cresce, e possiamo anche dire a modo di esempio che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli!” ha risposto. Ecco perché, ha aggiunto, la casa del matrimonio non va fondata sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero che viene da Dio: “Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così anche l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre. Non dobbiamo lasciarci vincere dalla “cultura del provvisorio”. La seconda domanda riguardava lo stile di vita delle coppie. Il papa ha risposto ricordando tre parole che aveva già detto in un’altra occasione: permesso, grazie e scusa: “Permesso?”. È la richiesta gentile di poter entrare nella vita di qualcun altro con rispetto e attenzione. Bisogna imparare a chiedere: posso fare questo? Ti piace che facciamo così? Che prendiamo questa iniziativa, che educhiamo così i figli? Vuoi che questa sera usciamo?… Insomma, chiedere permesso significa saper entrare con cortesia nella vita degli altri. A volte invece si usano maniere un po’ pesanti, come certi scarponi da montagna! L’amore vero non si impone con durezza e aggressività… E oggi nelle nostre famiglie, nel nostro mondo, spesso violento e arrogante, c’è bisogno di molta più cortesia”. 



L’ultima domanda riguardava la festa del matrimonio: “Fate in modo che sia una vera festa, una festa cristiana, non una festa mondana come avvenne alle nozze di Cana. il segreto della gioia piena, quella che scalda il cuore veramente. E’ bene che il vostro matrimonio sia sobrio e faccia risaltare ciò che è veramente importante. Alcuni sono più preoccupati dei segni esteriori, del banchetto, delle fotografie, dei vestiti e dei fiori… Sono cose importanti in una festa, ma solo se sono capaci di indicare il vero motivo della vostra gioia: la benedizione del Signore sul vostro amore”.

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