Il giorno 14 febbraio è dedicato alla celebrazioni di due fratelli, Metodio e Cirillo, divenuti santi grazie al loro impegno nell’evangelizzazione delle popolazioni slave. Alla loro grande opera si deve anche la traduzione dei vangeli e dei testi della liturgia latina; proprio per l’importanza del loro impegno nel portare la parola di Cristo anche presso popolazioni con culture e tradizioni tanto diverse, Giovanni Paolo II li ha proclamati, nel 1980, patroni d’Europa, insieme al grande San Benedetto (già patrono dal 1964). Costantino nacque nell’827 e prese il nome di Cirillo in tarda età, quando divenne monaco, mentre Metodio nacque nell’815. Greci, originari di Tessalonica, che allora faceva parte dell’impero bizantino, si formarono presso la chiesa Patriarcale di Costantinopoli, molto attiva nelle missioni di evangelizzazione di popolazioni lontane. Ben presto, entrambe i fratelli decisero di intraprendere la strada ecclesiastica, seguendo soprattutto la loro primaria vocazione che era, appunto, quella delle opere missionarie. Il loro primo incarico fu in Crimea, dove portarono la parola di Gesù presso i Cazari. L’impegno più grande, però, fu quello nelle terre della Grande Moravia, che comprendevano la penisola balcanica e le regioni lungo il Danubio. Il Principe Ratislao, duca della Grande Moravia, infatti, preoccupato del crescente potere di Ludovico, re di Baviera, che stava tentando di occupare le sue terre, grazie anche all’opera di evangelizzazione dei suoi missionari, chiese a Fozio, patriarca di Costantinopoli di inviargli dei missionari. La scelta ricadde su Cirillo e Metodio che in quel periodo avevano fama di essere grandi conoscitori e studiosi della Parola di Dio. Fu proprio per riuscire a convertire le popolazioni slave, che essi tradussero nella loro lingua i testi sacri e gettarono le basi per la sviluppo di una vera cultura in quelle terre. Ecco il motivo per cui Cirilllo e Metodio sono considerati dei veri precursori della storia e della letteratura slava. Il loro merito fu quello di riordinare un alfabeto già esistente, usando caratteri greci e lettere slave e formando un alfabeto, composto da 38 caratteri, che prende il nome di “alfabeto cirillico”, tuttora alla base delle lingue di molte nazioni.



La loro opera, però, non piacque ai tedeschi che accusarono i due missionari di eresia, poiché utilizzavano testi in lingue diverse da quelle accettate dalla Chiesa (latino, greco ed ebraico). Per questo motivo i due furono costretti a presentarsi, nell’867, davanti a Papa Adriano II. In realtà, però, il Papa, preoccupato dal potere che la chiesa tedesca stava assumendo, appoggiò l’operato dei due missionari, concedendo loro di continuare l’opera di evangelizzazione in quella lingua e accettando che tornassero in Moravia.  Tuttavia Costantino, a Roma, si ammalò gravemente e prima di morire, il 14 febbraio 869, fu ordinato monaco con il nome di Cirillo. Fu sepolto presso la Basilica di San Clemente, dove le sue reliquie si trovano tuttora. Metodio tornò, invece, in Moravia e alcuni anni dopo fu ordinato vescovo. Fu sempre sottoposto alle aspre critiche della chiesa tedesca tanto da essere persino imprigionato per due anni in Baviera. Alla sua morte, avvenuta nell’aprile dell’885, i suoi discepoli furono considerati eretici e perseguitati a lungo.



Il merito di Cirillo e Metodio, dunque, fu anche quello di ottenere i consensi sia dalla Chiesa di Costantinopoli, sia da quella di Roma superando i contrasti e le tensioni che in quel periodo laceravano le due Chiese. Furono sempre accolti benevolmente dai Papi che appoggiarono, anche per interessi personali, la loro scelta di celebrare la liturgia nella lingua slava. Il loro operato, però, fu sempre duramente osteggiato dalla chiesa franco-tedesca, cosa che procurò loro molti problemi, minando anche la loro salute. Il ruolo ricoperto dai due fratelli nelle terre slave, fu agevolato anche dalla loro conoscenza di molte lingue, compreso il dialetto bulgaro-macedone, perché cresciuti tra coloni slavi. Dopo la morte di Cirillo e Metodio, per varie vicende storiche e politiche, il loro operato fu cancellato dalla Moravia. I pochi discepoli che riuscirono a fuggire, però, si rifugiarono in Bulgaria dove vennero accolti da Michele I che fece del Cristianesimo la religione nazionale. Ora, la loro figura, è venerata in molte nazioni slave.

Leggi anche

Santissimo Nome di Gesù, 3 gennaio 2025/ Il Figlio di Dio e il suo nome come dogma di fede nella Trinità