Il mare d’inverno ha qualcosa che sfugge a chi sta nelle città dell’interno. Non so dire, ma l’altra sera a Riccione, con sprazzi di sole e una temperatura di 15 gradi, sembrava d’essere in un mondo sospeso, ma pur sempre all’erta. Gli alberghi son chiusi, almeno la maggior parte, e quelli che non lo erano in passato quest’anno han deciso che forse era meglio un periodo di riposo..e di risparmio. Sul porto canale il Pascucci, durante tutto il mattino, è sempre pieno di gente: beve un caffè (qui l’ottimo caffè Pascucci che, interprete dello spirito romagnolo, a grande richiesta, sta aprendo locali in tutto il mondo, ancor più col progetto di caffè biologico, equo e solidale), dà uno sguardo ai giornali che parlano dei problemi locali: l’elezione del sindaco, il futuro dell’aeroporto di Rimini che sta vivendo una crisi difficile o la notizia che il ristorante Oberdan di Rimini (ottima tavola di pesce) ha deciso di riconvertirsi. Anche questi sono segni dei tempi, mi dice Vincenzo Leardini, imprenditore turistico, albergatore, che non sta mai fermo e combatte per portare qui manifestazioni come la Millemiglia e quant’altro. Anche la messa di un giorno feriale alle 8,30 è piena di gente, in questa terra sospesa, ma decisamente creativa.



Al ristorante Il Pescatore (via Ippolito Nievo, 11 tel. 0541/410065), poco distante da quello che resta della villa Mussolini, fanno un eccellente fritto di pesce. E sono dei professionisti dell’accoglienza. Ma il piatto irresistibile rimangono le poveracce (le vongole), che vengono servite su una pietra ollare incandescente: dopo pochi minuti si aprono e in bocca senti il mare. Si va a dormire, scoprendo al mattino che una pioggia battente ha rinfrescato le strade. Viale Ceccarini ha le vetrine delle griffe della moda ed è piacevole girarlo in lungo e in largo, con le mani in tasca, pensando all’estate, quando la gente qui si spintona, dopo una giornata al mare. La mia trattoria del cuore, Savino (località Cavallino, 32 tel. 0441 656206) è a Coriano, il paese del Sic, al secolo Marco Simoncelli, indimenticato campione motociclistico, ma è anche il paese che ospita la comunità di San Patrignano, e da sempre, è un centro collinare dove nascono olii e vini eccellenti, che sono da scoprire perché pochi ancora li conoscono. L’ho battezzata la “Montalcino della Romagna”, stupito da quei Sangiovese (ottimo quello di Santini, il Beato Enrico, ma anche il Coriolanum, oppure quelli di Terre di Fiume a Friano premiato quest’anno tra i 100 migliori vini d’Italia). E che dire di un vino bianco la Rèbola, che ha il suo campione nel Podere Vecciano. Con questi vini assaggio i sardoncini fritti, le pappardelle coi fagioli borlotti, le immancabili tagliatelle al ragù di Savino, la zuppa di seppie e fagioli, gli strozzapreti pasticciati. E poi il coniglio in porchetta, il galletto alla cacciatora, la trippa. Uno spettacolo.



Ma chi vuole andar via? A San Clemente, località dell’interno, vado a visitare un clamoroso e storico pastificio, che aveva la sede Morciano. Il pastificio Ghigi di oggi è una struttura enorme, con macchinari moderni che ogni giorno sfornano una ventina di formati di pasta fatta esclusivamente con grano italiano, al 100%. Una sfida, che sta avendo successo soprattutto all’estero. Ma presto questa pasta nostrana tornerà agli splendori di un tempo, allorché tutte le cucine delle pensioni dell’Adriatico avevano questa pasta locale. Mi ha colpito la visita in questa struttura meccanizzata, con appena 35 dipendenti, che grazie a una suggestione della Coldiretti ha deciso di mettere in pratica il chilometro zero legato a un prodotto italiano. Mi ha colpito come di un sogno possibile, al di là degli slogan, che ha una sua strada e un suo apprezzamento, oltre ai tanti valori che si porta appresso. Si parte dopo aver assaggiato una piada, in un localino carino: TuttoTondo (via Emilia, 87 – tel. 0541 648266), che sta proprio vicino alla casa di Marco Magi a Riccione, il mio Virgilio della Riviera romagnola, che insieme a Vincenzo Leardini e a Enrico Santini mi hanno fatto conoscere un altro mondo. Un mondo che sarà pure sospeso, d’inverno, ma lavora alacremente per portare l’Italia nel mondo. Continuate così!

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