Ogni istante è importante. Ma nella vita, alcuni momenti hanno spessore particolare. Gioiosi o dolorosi che siano, un dono prezioso, poterli condividere con chi li vive. In questa settimana, la piacevole coincidenza, delle sessioni di laurea dei fratelli Massobrio. Prima Marco. Poi Irene. A pochi giorni di distanza, l’attesa, la tensione, il momento dell’esame, il successo, l’abbraccio delle persone care, la gioia. Un’esperienza che ha il fascino della giovinezza e della vita tutta da vivere. E che scalda il cuore anche a chi, come Silvana e Paolo, i genitori, o parenti e sottoscritto, di anni, ne ha ben di più. “Certo che fa riflettere come scorre veloce il tempo”, la frase con cui se ne esce Marco, pochi minuti dopo che sua sorella si è laureata. Un fulmine a ciel sereno, mentre gli amici festeggiano Irene. Con il pensiero, ritorniamo al giorno della sua Cresima, al bambino che era lui, e al giovane che ero io, che gli facevo da padrino. “Non sembra ieri? Ma il bello è che abbiamo vissuto intensamente”. Tra un hip hip hurrà e l’altro, il discorso prosegue. Riconoscenza verso la famiglia e desiderio di significato, speranza di fare una vita utile e aspettative, voglia di spaccare il mondo e preoccupazioni. Nel percorso che ci porta dal chiostro dell’Università al locale scelto per il momento di festeggiamento, il dialogo si fa sempre più serrato. Entrando al caffè pasticceria Passerini, l’approdo che ci accoglie, scintillante e curato, a due passi del Duomo di Milano, penso a quanto siano fuori strada i soloni che predicano l’incomunicabilità tra generazioni. Per che cosa vivere, senso dello scorrere dei giorni, non sono forse interrogativi che bruciano in petto a ogni età? Il locale è bello. Saliamo i pochi gradini che portano all’ elegante balconata. Ci accomodiamo. I camerieri, con solerzia, appoggiano sui tavolini golose sfiziosità salate. Molto buone. Scopriamo che dietro c’è la firma del grande pasticciere Luigi Biasetto di Padova. Per il brindisi scegliamo un Franciacorta di Barone Pizzini, azienda vitivinicola tra le più antiche della zona, tra le prime a dedicarsi a una produzione da viticoltura biologica, e realtà che può contare su una cantina, costruita nel 2006, secondo criteri di architettura ecocompatibile nel segno del rispetto dell’ambiente – a garantire il basso impatto ambientale, pannelli fotovoltaici, sistema naturale di condizionamento, impiego di pietra e legno e fitodepurazione delle acque – e dell’eccellenza produttiva. Di questa realtà conosciamo, e apprezziamo da anni, il Pas Dosè riserva Bagnadore, Satèn e Brut, lo splendido rosè che è stato anche nostro Top Hundred, ma nel bicchiere, questa volta è il turno dell’Extra Brut. Di colore giallo dorato, ha perlage fine e persistente, naso complesso con note di agrumi, sentori di frutta esotica, tostato e caffè, mentre al palato è ampio, convincente nel suo equilibrio tra corpo e freschezza, piacevolmente minerale, di buona sapidità e persistenza. Una sorpresa. Come quella riflessione fatta a bruciapelo che ha reso ancora più bella una giornata tutta da ricordare.



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